
L’uso spropositato dei social può giustificare il licenziamento del dipendente in malattia: ecco quando può avvenire
Una recente sentenza emessa dalla Corte di Appello di Roma ha censurato duramente il comportamento di un lavoratore, licenziato per aver trascorso troppo tempo sui social mentre si trovava a casa in malattia. I giudici di secondo grado sono stati chiamati a decidere su un licenziamento che ha riguardato un lavoratore che durante la malattia si è mostrato eccessivamente attivo sul proprio profilo social, pubblicando dei video che hanno attirato l’attenzione del datore di lavoro.
La sentenza
Il verdetto dei giudici ha confermato la decisione dell’azienda di licenziare il lavoratore pescato ad utilizzare assiduamente i social network durante il periodo di assenza a causa di una malattia. La prova si è basata sulle tantissime foto e sui video che il dipendente ha pubblicato sul proprio profilo e che hanno riguardato anche attività sportive effettuate durante il periodo di malattia. Nello specifico, una delle prove principali è stato il video che ha documentato i suoi allenamenti in palestra, nonostante le prescrizioni mediche avessero indicato assoluto riposo al fine di non procrastinare i tempi di guarigione.
La motivazione del licenziamento
L’uso massiccio dei social e la documentazione contenuta nel profilo del dipendente, avrebbero comportato secondo i giudici una violazione del vincolo fiduciario che sarebbe alla base del rapporto tra dipendente ed azienda. Va precisato però che il licenziamento non è legato strettamente all’utilizzo dei social ma al fatto che tale condotta contrasterebbe con lo stato di salute del lavoratore e impedirebbe la guarigione in tempo ottimale. Nel momento in cui si verifica l’evidenza e l‘incompatibilità tra la ragione dichiarate per l’assenza e l’uso dei social, il licenziamento viene considerato legittimo.
Le precedenti sentenze
Questa sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Roma fa il paio con una precedente sentenza emessa dal Tribunale di Napoli che ha riconosciuto la legittimità del licenziamento di un dipendente che aveva ottenuto un permesso studio mentendo al datore di lavoro. La prova evidente delle sue mendaci dichiarazioni sono state rilevate attraverso le foto pubblicate sul suo profilo social in cui è risultato evidente che il lavoratore si trovasse in vacanza. Nel 2024, una sentenza emessa dal Tribunale di Benevento, aveva ritenuto legittimo licenziamento di un dipendente in malattia che durante l’assenza era andato a suonare con la propria band musicale, come si è dedotto dalle immagini pubblicate sui social.
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