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Pensione d’invalidità 2025, ci sono novità: ecco cosa cambia

Pensioni d'invalidità 2025: ecco cosa cambia quest'anno con le nuove regole

Pensione d’invalidità 2025, ci sono novità: ecco cosa cambia
Foto Wikimedia

Tutte le novità del 2025 sulla pensione di invalidità: cosa cambia

Novità importanti che riguardano la pensione di invalidità: nel 2025, come riportato da Fanpage.it, sono state introdotte importanti modifiche che rappresentano una svolta concreta per migliaia di lavoratori discontinui e per chi, fino ad oggi, percepiva pensioni al di sotto della soglia di dignità. Le novità, operative dal mese di luglio, modificano sia i requisiti contributivi richiesti che il metodo di calcolo degli importi. Ecco di cosa si tratta.

La prima novità

Fino ad oggi accedere alla pensione d’invalidità era un traguardo complicato per chi aveva alternato periodi di lavoro da dipendente con fasi di lavoro autonomo. La normativa richiedeva cinque anni di contributi, di cui almeno tre versati nei cinque anni precedenti la domanda, ma non prevedeva la possibilità di sommare versamenti effettuati in gestioni diverse. Con il messaggio INPS n. 246/2025, invece, viene finalmente riconosciuta la possibilità di maturare i cinque anni di contribuzione anche aggregando periodi di lavoro subordinato, autonomo e iscrizione alla gestione separata. Tale modifica va incontro alle esigenze di milioni di lavoratori che hanno avuto carriere frammentate, precarie o discontinue.

La seconda novità

Un’altra novità di rilievo riguarda l’importo minimo delle pensioni d’invalidità calcolate con il solo sistema contributivo. La sentenza n. 94/2025 della Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo che un lavoratore, pur avendo maturato il diritto alla pensione d’invalidità, si ritrovasse con assegni inferiori al trattamento minimo previsto dalla legge. A partire dal 10 luglio 2025, tutti gli assegni dovranno essere adeguati almeno a 603,40 euro mensili, la soglia attualmente fissata dall’INPS. Quest’intervento non avrà effetto retroattivo, ma rappresenta un importante passo avanti per la tutela economica delle persone disabili.

Assegno ordinario d’invalidità e le differenze tra invalidità e inabilità

Oltre alla pensione d’invalidità permanente resta in vigore l’assegno ordinario d’invalidità, una prestazione triennale destinata a chi ha una riduzione della capacità lavorativa superiore ai due terzi ma che può comunque proseguire l’attività lavorativa. Quest’assegno richiede gli stessi requisiti contributivi (cinque anni di cui tre recenti) ma non obbliga alla cessazione del lavoro. Dopo tre rinnovi consecutivi diventa permanente e si trasforma automaticamente in pensione di vecchiaia al raggiungimento dei requisiti anagrafici. È importante inoltre distinguere la pensione d’invalidità da quella d’inabilità: la prima spetta a chi ha perso la capacità di lavorare e ha versato contributi, la seconda riguarda chi non ha mai lavorato ma si trova in condizioni di inabilità totale e bisogno economico.

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Marco Reda

Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.

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