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Pensione del defunto, ecco quando va restituita e quando si può trattenere: cosa si rischia

Oltre a dover restituire le somme indebitamente percepite, chi commette questo illecito rischia anche una condanna da 2 a 7 anni

Pensione del defunto, ecco quando va restituita e quando si può trattenere: cosa si rischia
Inps (Foto archivio)

Le somme erogate e percepite indebitamente dovranno essere obbligatoriamente restituite: ecco cosa prevede la legge

Dal momento in cui il pensionato decede, in teoria l’Inps dovrebbe smettere di erogare la pensione a meno che i familiari o gli eredi non omettano di informare l’ente di previdenza dell’avvenuta dipartita del pensionato. Omettere di comunicare all’Inps la morte del pensionato può esporre chi percepisce la pensione all’accusa di truffa o addirittura di frode ai danni dello Stato. Non è sempre facile capire qual è l’entità delle somme percepite indebitamente dai successori della persona defunta. Ecco perchè è doveroso fare chiarezza su questo argomento.

Quando si può trattenere l’assegno mensile

Gli eredi hanno sempre l’onere di comunicare il decesso del pensionato in modo tale ché l’Istituto interrompa l’erogazione di tutte le prestazioni. Le somme erogate e percepite indebitamente dovranno essere obbligatoriamente restituite. La pensione versata nel mese del decesso può invece essere legittimamente trattenuta. Di conseguenza, è assolutamente legittimo trattenere l’assegno del mese anche in caso di morte nei primi giorni o a metà mese, lo stesso però non si può dire nei mesi successivi al decesso.

Cosa si rischia

Continuare a percepire la pensione in banca o alla posta, oppure recarsi allo sportello per continuare a percepire le somme erogate dall’INPS è un comportamento illecito. Chi lo mette in atto rischia un’accusa di truffa aggravata (ex art. 640 bis del codice penale) o indebita percezione di erogazioni pubbliche (art. 316 ter del codice penale). Oltre a dover restituire le somme indebitamente percepite, chi commette questo illecito rischia anche una condanna da 2 a 7 anni in caso di truffa o da 6 mesi a 3 anni in caso di appropriazione indebita. Fra l’altro le somme percepite dovranno essere restituite con gli interessi e le eventuali sanzioni amministrative.

Come evitare di correre rischi

La prima cosa da fare per evitare di subire sanzioni pesantissime e una denuncia penale è quella di comunicare tempestivamente all’Inps l’avvenuto decesso del pensionato. La comunicazione può essere inoltrata tempestivamente anche mediante il portale dell’Inps oppure ci si può rivolgere a strutture organizzate come i Caf o i patronati allegando nella comunicazione una copia del certificato di morte. In ogni caso occorre evitare assolutamente d ritirare la pensione del defunto dal contocorrente postale o bancario. In questo modo si evita di incorrere in sanzioni o denunce.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

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