
Saranno necessari altri tre mesi in più per poter accedere alla pensione; ecco i dettagli
Sono tante le misure previdenziali che i governi hanno introdotto negli ultimi anni e che hanno modificato significativamente il quadro normativo anche in assenza di una vera riforma strutturale. Nel corso degli anni sono state introdotte numerose forme di pensionamento anticipato come l’Ape Sociale, Opzione Donna, Quota 100, Quota 41, ect, ect. Dal primo gennaio 2027, fra l’altro, è previsto un inasprimento dei requisiti anagrafici e contributivi per poter accedere alla pensione, in poche parole serviranno almeno tre mesi in più per poter accedere alla pensione di vecchiaia o a quella anticipata.
Le condizioni
L’inasprimento dei requisiti potrà avvenire solo ed esclusivamente se il governo in carica deciderà di approvare il decreto che ratificherà l’aumento dei requisiti legati all’aspettativa di vita Istat. Il governo potrebbe anche decidere di mettere i provvedimento in stand-by facendo sì che i requisiti rimangano gli stessi di quelli attuali. Bisognerà anche cercare di capire cosa accadrà per quanto riguarda le misure in scadenza. Il governo potrebbe decidere di confermarle o di sostituirle con altre misure per uscire anticipatamente dal mondo del lavoro.
Quota 103 a rischio cancellazione
In attesa che il governo possa varare una riforma strutturale delle pensioni (che appare al momento davvero improbabile) appare impervia la strada per l’approvazione di Quota 41 per tutti che potrebbe risultare particolarmente onerosa per le casse dello stato. Di certo la quota 103 è a rischio cancellazione definitiva, poiché ritenuta scarsamente utilizzata e poco conveniente. Si tratta di una misura che consente ai lavoratori di uscire qualche mese prima dal mondo del lavoro e che comporta uscite importanti dal punto di vista della rendita pensionistica.
I requisiti per Quota 103
Quota 103 prevede dei requisiti molto stringenti come il calcolo interamente contributivo dell’assegno, il divieto di cumulo con redditi provenienti da altri lavori e l’importo massimo della pensione che deve essere pari a quattro volte il minimo INPS. Questi requisiti particolarmente onerosi spiegherebbero l’insuccesso di Quota 103, la cui strada verso la cancellazione sembra ormai segnata. Ricordiamo che le attuali normative consentono di accedere alla pensione ordinaria con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
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