
Dopo la sentenza della Consulta, è possibile che gli assegni possano aumentare per i contributivi puri: ecco perchè
Sono in arrivo delle notizie piuttosto positive per alcune categorie di pensionati, in particolar modo per i cosiddetti contributivi puri, cioè coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996 che a breve potrebbero vedersi il proprio assegno mensile aumentato. Se finora questa categoria di pensionati ha subito delle discriminazioni rispetto a coloro che hanno iniziato a lavorare prima del 1996, adesso questa sperequazione pare destinata a concludersi. In poche parole, anche questi pensionati non saranno più esclusi dall’integrazione al trattamento minimo e questo comporterà inevitabilmente l’aumento degli assegni.
- Pensioni all’estero, questi due paesi sono diventati più convenienti
- Calendario Inps luglio 2025, ecco quando verranno pagate le pensioni
La sentenza che cambia tutto
Attraverso l’integrazione i pensionati che percepiscono un assegno molto basso potranno ottenere un’integrazione dell’importo fino a 603 euro. Per poter beneficiare di questo diritto non sarà sufficiente percepire una pensione bassa, servirà anche che venga dimostrato il versamento di almeno un contributo settimanale entro il 31 dicembre 1995. In poche parole si dovrà dimostrare di rientrare nel cosiddetto “sistema di calcolo misto”. La speranza che il diritto all’integrazione al trattamento minimo venga esteso anche ai contributivi puri scaturisce da una sentenza recente della Corte Costituzionale che si è espressa a favore delle pensioni di invalidità riconoscendo il diritto all’integrazione.
Gli effetti della sentenza
Se gli effetti di questa sentenza verranno estesi a tutti i trattamenti previdenziali, è logico pensare che possa riguardare anche i contributivi puri. La sentenza in questione emessa dalla Consulta potrebbe rappresentare un buon viatico per una nuova pensione di garanzia a beneficio di coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996. Nella sentenza infatti i giudici della corte si sono espressi a favore dell’assegno ordinario di invalidità che riguarda gli invalidi civili che hanno un’invalidità compresa tra il 74%, il 99% e che hanno versato almeno cinque anni di contributi di cui tre anni nell’ultimo quinquennio.
Cosa potrebbe accadere in futuro
Trattandosi di una decisione che molto probabilmente riguarderà quei pensionati che non hanno contributi versati prima del ’96, è lecito pensare che potrà interessare una platea più ampia di persone svantaggiate al fine di integrare l’assegno minimo a 603 euro. Se è vero che la sentenza della Corte Costituzionale si applica solo ed esclusivamente ai casi di invalidità non si esclude che ben presto gli effetti possano essere estesi a tutti i pensionati, cancellando una discriminazione intollerabile e ingiusta.
Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.