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Perché nel Conclave gli scrutini dispari possono risultare decisivi per l’elezione del Papa

Dopo la prima fumata nera del Conclave ci si concentra sugli scrutini dispari: ecco perché sarà importante

Perché nel Conclave gli scrutini dispari possono risultare decisivi per l’elezione del Papa
A combo of the 135 voting cardinals. Fonte foto: ansa.it

L’importanza degli scrutini dispari nel Conclave per l’elezione del nuovo Papa

Come previsto la prima fumata uscita dalla Cappella Sistina è stata nera: nessun candidato ha raggiunto i due terzi necessari per diventare Papa, tuttavia un dettaglio sugli scrutini potrebbe fare la differenza nei prossimi giorni. Lo ha spiegato lo storico delle religioni Alberto Melloni in un’intervista rilasciata a Fanpage.it, sottolineando come la chiave dell’elezione possa trovarsi proprio nei voti dispari. Ecco cos’ha spiegato l’esperto.

Perché contano gli scrutini dispari

Il primo scrutinio serve ai cardinali per esprimere una preferenza personale, spesso lontana dall’effettiva scelta finale: si tratta di un voto esplorativo, con cui ciascun cardinale verifica la reale forza del nome proposto. Il momento decisivo arriva tipicamente al terzo scrutinio: qui molti elettori abbandonano il proprio candidato iniziale per sostenere uno tra quelli che hanno raccolto più consensi. Si crea così un fenomeno di aggregazione attorno ai nomi in crescita, come spiegato dal Professor Melloni, e questa dinamica fa sì che le votazioni dispari, soprattutto la terza o la quinta, siano strategicamente cruciali per individuare il futuro Pontefice.

Come si forma il consenso

Il numero da raggiungere è di 89 voti su 133, ovvero i due terzi richiesti per eleggere il Papa. Nei primi scrutini i voti sono frammentati, ma poi si verifica una progressiva convergenza. Lo schema ricorda quello dell’elezione di Jorge Mario Bergoglio: all’inizio pochi lo conoscevano ma la rapida crescita del suo consenso spinse molti a credere che potesse trattarsi di un segnale provvidenziale.

I papabili più citati per il soglio pontificio

Tra i nomi più ricorrenti per la successione al soglio pontificio spiccano alcune figure di rilievo nella Chiesa cattolica mondiale. Il cardinale filippino Luis Antonio Tagle viene considerato un possibile favorito per il suo profilo pastorale e internazionale. Anche il cardinale italiano Matteo Zuppi, vicino alle istanze sociali e al dialogo, ha raccolto consensi. Tra gli outsider c’è anche il cardinale africano Peter Turkson, sostenuto da chi auspica un pontefice del Sud del mondo.

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Marco Reda

Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.

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