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Referendum 8-9 giugno, cosa vuol dire andare a votare e non ritirare le schede: l’annuncio della Meloni che fa infuriare le opposizioni

Ecco quali ripercussioni può avere sul quorum la scelta di recarsi alle urne senza ritirare le schede elettorali

Referendum 8-9 giugno, cosa vuol dire andare a votare e non ritirare le schede: l’annuncio della Meloni che fa infuriare le opposizioni
Referendum 8-9 giugno 2025- Foto Risveglioduemila

L’annuncio della Meloni ha scatenato le polemiche tra maggioranza e opposizione: ecco le ragioni

L’annuncio dell’intenzione da parte della premier Meloni di volersi recare a votare per il referendum dell’8 e del 9 giugno ma senza ritirare le schede, ha fatto storcere il naso alle opposizioni scatenando una ridda di polemiche e di veleni. La Presidente del Consiglio, proprio nel giorno in cui si festeggiava la nascita della Repubblica, ha scelto di comunicare in maniera pubblica la propria volontà di non disertare il seggio ma di non partecipare direttamente alla consultazione popolare. In tanti si sono chiesti quali sono le conseguenze di questa decisione e perché non ritirare la scheda possa diventare un espediente politico per impedire il raggiungimento del quorum.

Una questione di “quorum”

In Italia affinché un referendum abrogativo venga ritenuto valido è necessario che partecipino alla consultazione almeno il 50% più uno degli aventi di diritto. Senza il raggiungimento del quorum ogni risultato, anche positivo, diventa vano perché il referendum non ha alcun valore legale. In realtà la scelta di recarsi a seggio ma di non ritirare le schede rappresenta una vera e propria astensione camuffata poiché pur consentendo alla premier di rivendicare il gesto istituzionale, dall’altra sottrae un voto alla difficile corsa per il raggiungimento del quorum.

L’ira delle opposizioni

Per questa ragione i rappresentanti delle opposizioni che sostengono i cinque referendum hanno attaccato la premier per l’ambiguità di questa soluzione. Il rifiuto delle schede infatti viene interpretato come una modalità per promuovere l’astensione. Di fatto le regole prevedono che l’elettore possa comportarsi in tre modi dinanzi alla consultazione referendaria. Può decidere di votare ritirando tutte le schede, di ritirarne solo alcune o di rifiutare di ritirare qualsiasi scheda comunicandolo al presidente di seggio. Nel terzo caso la presenza dell’elettore viene annotata nel registro con la dicitura “non votante” e pertanto la sua presenza al seggio non entrerà nel computo del quorum.

E se si ritirano le schede?

Diverso è il discorso invece se l’elettore ritira la scheda e decide di non votare riconsegnandola subito senza compilarla. In questo caso la sua scheda verrà annullata ma il nome dell’elettore conterà nel raggiungimento del quorum. Ecco perché si tratta di una distinzione importante. Di fatto con questa scelta la presidente del consiglio non rimarrà a casa come hanno già preannunciato altri leader della maggioranza, ma di fatto non concorrerà al raggiungimento del quorum. Tecnicamente il suo comportamento è assolutamente lecito perché non viola i dettami della legge elettorale.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

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