Questo sito contribuisce alla audience di Il Messaggero

Lunedì 9 Giugno
Scarica la nostra app
Segnala

Referendum, se vince il “si” torna in vigore l’articolo 18? Ecco cosa c’è di vero

Nelle ultime settimane in molti hanno sostenuto che un'eventuale vittoria del "sì" comporterebbe un ritorno all'articolo 18: ecco cosa c'è di vero

Referendum, se vince il “si” torna in vigore l’articolo 18? Ecco cosa c’è di vero
Referendum 8-9 giugno 2025- Foto La Stampa

Il primo quesito riforma il Jobs act non resusciterà automaticamente le vecchie tutele dello Statuto dei lavoratori

Il Jobs Act, introdotto con il governo Renzi, abrogò la vecchia disciplina sui licenziamenti apportando nuove modiche che hanno reso il mercato del lavoro in uscita molto più flessibile cancellando però alcune prerogative che garantivano i lavoratori licenziati illegittimamente. Di fatto venne “intaccata” l’impalcatura dell’articolo 18 che per tantissimi anni ha rappresentato l’emblema e il perno delle tutele dei lavoratori italiani, protetto dalle parti sociali come un vero e proprio totem. Uno dei cinque referendum che si voteranno domenica 8 e lunedì 9 giugno riguarda proprio la disciplina sui licenziamenti introdotta col Jobs Act. Si pensa, erroneamente, che una vittoria dei “si” comporterebbe automaticamente una reintroduzione del vecchio articolo 18, ma in realtà le cose non stanno proprio così.

Lo Statuto dei diritti dei lavoratori

L’articolo 18 dello Statuto dei diritti dei lavoratori rientra rientra nel più complesso e organico schema di regole che furono approvate nel 1970 a “tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro”. Lo Statuto, nel suo insieme, disciplinava gli illeciti e le ingiustizie subite dai lavoratori al fine di tutelarli da eventuali abusi nell’impari rapporto di forze tra datore di lavoro e dipendente. Lo Statuto venne approvato con la legge n. 300/1970. L’articolo 18 dello Statuto, nello specifico, disciplinava la fattispecie dei licenziamenti senza giusta causa per certe categorie di lavoratori e lavoratrici, stabilendo che in caso di comprovata illegittimità del licenziamento, il lavoratore licenziato da un’azienda con oltre 15 dipendenti era obbligata a doverlo riassumere e riconoscergli anche un indennizzo cospicuo.

Cosa comporta la vittoria del “si”

La vittoria del “si” nel referendum in questione, non comporterà il ritorno alla normativa del 1970, poiché la stessa era già stata superata da un’altra legge approvata nel 2012 conosciuta come legge Fornero. La legge che venne approvata dal governo Monti ha stabilito che soltanto nei casi di maggiore gravità e “manifestamente illegittimi” può essere richiesto il reintegro da parte del datore di lavoro nelle imprese con più di 15 dipendenti. Negli altri casi, il lavoratore licenziato può avere solo un risarcimento pari a 12 e 24 mensilità. Il Jobs Act, di fatto, ha reso ancora più circoscritti e limitati i casi in cui viene applicata la legge Fornero del 2012, limitando ancora di più i casi di reintegro del lavoratore. Di fatto, dunque, la vittoria eventuale del referendum amplierebbe solo la casistica dei lavoratori assunti dopo il 7 marzo 2015 che dovranno essere riassunti dopo un licenziamento ingiusto.

Conclusione

Paradossalmente la vittoria del “si” comporterà la riduzione della soglia massima dei risarcimenti che i lavoratori potrebbero richiedere. Col decreto Dignità, infatti, che venne approvato sotto il governo Conte, il provvedimento aveva alzato l’indennizzo massimo da 24 a 36 mensilità. Ripristinando la situazione “ante 2015” il limite massimo tornerà a 24 mensilità, mentre il limite minimo salirà da 6 a 12 mensilità. In realtà l’iniziativa referendaria avrà un forte connotato politico e ideologico, soprattutto con riferimento agli altri quesiti proposti, ma gli eventuali effetti sul Jobs Act saranno piuttosto limitati mentre verranno ripristinati tutti i rapporti di lavoro della legge Fornero.

La nostra newsletter!

Ricevi gli aggiornamenti e le ultimissime
su Meteo e Scienza via mail!

ISCRIVITI ORA!

Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

SEGUICI SU:

Ultima Ora

Ultima Ora Terremoto