
Secondo l’esperto la pressione sulle rocce avrebbe toccato livelli mai registrati dall’eruzione del 1538
La forte scossa di magnitudo 4.0 che si è verificata nei Campi Flegrei ha scatenato nuovamente il panico tra la popolazione. In una intervista rilasciata a Fanpage il professor Giuseppe De Natale, vulcanologo e dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha fatto il punto della situazione su ciò che sta avvenendo nei Campi Flegrei e sui possibili scenari che potrebbero materializzarsi nei prossimi giorni.
La tesi di De Natale
Secondo l’esperto la dinamica in corso non avrebbe fatto registrare delle novità rispetto ai mesi precedenti. L’aumento di pressione nel sottosuolo continua a progredire, causando il sollevamento del suolo che dal 2006 ad oggi è stato di oltre 1.5 metri. Secondo De Natale “la sismicità oggi è molto più alta di allora; ed è più alta anche di quella osservata nel 1983-1984, perché oggi il livello del suolo è oltre mezzo metro più alto di allora”. Tutto ciò evidenzierebbe una pressione interna delle rocce che avrebbe raggiunto livelli mai visti dall’eruzione del 1538.
Quando finiranno i terremoti?
De Natale ha fatto notare, nel corso dell’intervista, come il sollevamento del suolo stia aumentando sempre più insieme alla sismicità, ecco perchè non ci troviamo di fronte ad una situazione che può essere definita “stazionaria” poiché “tutti i parametri sono costantemente in aumento”. Secondo l’esperto finchè non finirà il sollevamento del suolo, non si attenuerà la sismicità. “Anche i terremoti più forti, diciamo da magnitudo 4 in su – ha spiegato De Natale – hanno una elevata probabilità di accadere entro poche settimane o qualche mese.
La prevenzione
L’unica strategia per difendersi da queste scosse continue, ha spiegato De Natale, è quella di abbandonare o rinforzare tutti quegli edifici che sono a rischio, visto che non è possibile prevedere i terremoti né l’intensità. Già in diverse occasioni, quando si sono verificate scosse forti, l’esperto (che parla solo titolo personale), aveva ravvisato una analogia con quanto accadde prima dell’unica eruzione avvenuta in epoca storica: Monte Nuovo, 1538. Prima di quell’evento si verificarono oltre 100 anni di sollevamento del suolo e frequente sismicità.
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