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Sabato 13 Aprile
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Analisi modelli: flusso zonale in rinforzo nei prossimi giorni e freddo più lontano dall’Italia

di

centro meteo italiano

Analisi modelli: flusso zonale in rinforzo nei prossimi giorni e freddo più lontano dall’Italia

Rielaborazione grafica CMI – Gfs00z

A seguito delle due irruzioni invernali (tra cui una tuttora in corso) per l’Italia e buona parte del comparto europeo il freddo si allontana

Vi stiamo raccontando ormai da diversi giorni e anche in queste ore un inizio di Gennaio ampiamente caratterizzato da condizioni climatiche invernali e neve che ha raggiunto quote decisamente basse su molte regioni del nostro Paese. Anche nella giornata odierna infatti i fiocchi si spingeranno a quote collinari o localmente al di sotto per un ulteriore calo delle temperature atteso nelle prossime ore a 850 hPa, dove si raggiungeranno valori inferiori a -6°C in special modo su Marche e Abruzzo. Nei prossimi giorni, tuttavia, le temperature torneranno a subire un generale rialzo grazie all’avanzata progressiva dell’Anticiclone da Ovest che porterà il richiamo di aria più mite in particolar modo dalle giornate di sabato al Centro-Nord  e domenica sulle regioni meridionali. Questo a causa di un nuovo e robusto rinforzo del getto in uscita dagli Stati Uniti che manterrà piuttosto bassa l’attività d’onda nel nord emisfero probabilmente per gran parte della seconda decade. L’Italia si troverà sul bordo orientale dell’anticiclone e resterà comunque soggetta a veloci fasi instabili o a tratti fredde.

Le emissioni di questa mattina confermano: la tensione zonale potrebbe durare a lungo

Quanto emerge dai principali centri di calcolo di questa mattina pertanto sembra abbastanza chiaro: nonostante la presenza di un esteso Hp polare ( in gran parte di natura dinamica ) come conseguenza dell’intenso riscaldamento che ha colpito la Stratosfera, non sono attese azioni meridiane di rilievo con freddo che rimarrà addossato sull’Est Europa e lungo le alte latitudini europee.

Aggiornamenti dalla Stratosfera: entro fine mese la risonanza più convinta dello split avvenuto nei piani alti

Stiamo monitorando ormai da diverse settimane le dinamiche che caratterizzano i movimenti nell’alta stratosfera, più al dettaglio ad altezze comprese tra i 30 e i 10 hPa. La frantumazione in due lobi del vortice polare stratosferico (VPS) è ormai cosa fatta ma restano ancora dei dubbi circa l’entità della risonanza di questo movimento atteso in tropopausa e ancor più nella bassa troposfera, data ancora la presenza di un vortice canadese molto attivo che relega una circolazione zonale molto intensa associata ad una NAO che viaggia ancora in territori positivi. Tuttavia, dall’inizio della terza decade gli effetti saranno certamente più visibili con possibilità che una nuova fase molto fredda interessi l’Europa ed il bacino del Mediterraneo.

 

 

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