La sabbia del Sahara è capace di arrivare fino agli Stati Uniti, dopo un viaggio di circa 5 giorni attraverso l’Atlantico, in cui percorre più di 8000 km.
Dal Sahara agli Stati Uniti: il viaggio atlantico della sabbia del deserto – 30 giugno 2015 – Lo scorso 20 giugno gli abitanti del Texas si sono svegliati con i cieli offuscati da una leggera patina rossastra, che ha fatto anche schizzare alle stelle l’inquinamento della zona meridionale degli Stati Uniti. Questa sabbia, responsabile della patina rossastra, è arrivata fino agli USA dopo un viaggio di oltre 8000 km attraverso l’Atlantico: si, perchè questa sabbia proviente direttamente dal deserto del Sahara, sospinta verso Ovest dai forti venti che spirano sul bacino centro occidentale dell’Oceano.

La sabbia del Sahara è capace di arrivare fino agli Stati Uniti, dopo un viaggio di circa 5 giorni attraverso l’Atlantico, in cui percorre più di 8000 km. Fonte: weather.com
Questo fenomeno, conosciuto come SAL, ovvero “Sahara Air Layer”, non è affatto raro in questo periodo dell’anno, poichè si sviluppa mediamente ogni 3/5 giorni tra la fine della primavera e l’inizio dell’autunno: il pennacchio di sabbia che dal Sahara si dirige verso Stati Uniti, Messico e Caraibi viaggia ad una altitudine compresa tra 1500 e 6000 metri ed è trasportata verso Ovest dai forti alisei che spirano sull’Atlantico centro occidentale ad una altezza compresa tra i 2000 e i 4500 metri. I suoi effetti sono ancora in fase di studio ma oltre che agire come inquinante dell’aria, la presenza di questa sabbia del Sahara in atmosfera, sul percorso seguito generalmente dagli uragani che durante la stagione estiva, è un elemnete di disturbo per lo sviluppo di questi sistemi. Infatti, l’aria secca attorno ad una tempesta favorisce il suo indebolimento così come i forti venti, che creano un marcato “wind shear” dannoso per lo sviluppo di un uragano.