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El Niño: evento debole, c’è il 60% di possibilità che continui fino all’estate

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El Niño: c'è il 60% di possibilità che duri fino alla prossima estate boreale, ma risulterà un evento debole con un limitato impatto a livello globale.

El Niño: evento debole, c’è il 60% di possibilità che continui fino all’estate
El Niño si è sviluppato nel Pacifico e c'è il 60% di possibilità che continui fino all'estate boreale: si tratterà comunque di un evento debole. Fonte: cpc.ncep.noaa.gov

El Niño si è sviluppato a gennaio nel Pacifico equatoriale

Durante lo scorso gennaio El Niño si è finalmente sviluppato nel Pacifico equatoriale, dopo lunghi mesi con temperature al di sopra delle medie ma sotto la soglia di allerta per l’ENSO (El Niño Southern Oscillation). Nonostante il disaccoppiamento tra il sistema oceano e quello atmosferico, motivo per il quale la probabilità di uno sviluppo de El Niño era notevolmente scesa negli ultimi mesi, l’ENSO è entrata in fase positiva proprio all’inizio del 2019: secondo le ultime uscite modelli, si dovrebbe trattare comunque di un evento debole, ma c’è l’80% di probabilità che questo possa tenerci compagnia durante tutta la primavera boreale. Dando uno sguardo più avanti, la probabilità che El Niño continui anche durante l’estate boreale scende al 60%, ma le ultime proiezioni vedono questa fase di ENSO più duratura nei prossimi mesi.

El Niño: cos’è e come si sviluppa questo particolare fenomeno

El Niño, è una teleconnessione atmosferica tra i cambiamenti dei livelli di pressione nel Pacifico centro occidentale e in un riscaldamento delle correnti marine nel Pacifico centro orientale. I due fenomeni vanno di pari passo, ovvero quando siamo in fase di El Niño, contemporaneamente la pressione sul Pacifico occidentale è alta e viceversa. Ancora oggi però non è stata trovata la causa scatenante per cui El Niño si sviluppi, ma sono molti i parametri che giocano un ruolo egualmente importante: in particolare El Niño consiste in un riscaldamento anomalo delle acque lungo le coste di Ecuador e Perù, che fa aumentare di conseguenza la temperatura dell’aria che a sua volta fa diminuire il gradiente di pressione tra le due parti, Est e Ovest, dell’Oceano Pacifico. In questo modo vengono debilitati anche gli alisei che spirano tra Perù ed Indonesia, essendo minore la differenza di pressione, ed in questo modo diminuisce anche la risalita delle acque dal fondale, che sono più fredde. Il mancato affioramento di acqua profonda, legato alla diminuzione dei venti, fa in modo che le acque superficiali si riscaldino, riportandoci nuovamente alla situazione iniziale: in questa maniera, non importa quale sia il fenomeno scatenante, poichè una volta che una qualsiasi di queste situazioni si verifichi, viene messo in moto il loop che porta alla formazione de El Niño.

Quale può essere l’impatto di El Niño sul clima?

Per quello che riguarda l’impatto che può avere El Niño a livello che circolazione atmosferica, tutto dipende dalla sua intensità. In particolare le zone che risentiranno dello sviluppo dell’ENSO positivo saranno quelle dell’Oceano Pacifico: per esempio le piogge che solitamente si concentranno sull’Indonesia si spostano verso il centro dell’Oceano, mentre il clima diventa più mite sulle coste nord occidentali di Stati Uniti e Canada. A livello economico invece, El Niño ha una grande influenza negativa sul commercio dei paesi come Ecuador e Perù, poichè durante questo fenomeno la pesca diventa molto difficile lungo le coste, proprio per la mancata risalita di crostacei dai fondali più profondi. Anche il clima sull’Europa però può venir influenzato, indirettamente, dalla presenza di questo fenomeno, qualora risultasse particolarmente intenso. A risentirne soprattutto la NAO (North Atlantic Oscillation), che, quando l’ENSO entra in fase positivadiventa negativa. In particolare, una NAO negativa favorirebbe scambi meridiani sul nostro continente, con dunque una stagione invernale dinamica. La correlazione tra El Niño e NAO però è in fase di studio.

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