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La Niña: c’è il 55% di possibilità che possa continuare fino alla prossima primavera boreale

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centro meteo italiano

La Niña è iniziata nel Pacifico equatoriale: c’è il 55% di possibilità che questa possa continuare almeno fino alla prossima primavera boreale.

La Niña c'è il 55% di possibilità che possa continuare fino alla prossima primavera boreale

La Niña è iniziata nel Pacifico equatoriale: c’è il 55% di possibilità che questa possa continuare almeno fino alla prossima primavera boreale. Fonte: cpc.ncep.noaa.gov

La Niña: c’è il 55% di possibilità che possa continuare fino alla prossima primavera boreale – 28 novembre 2016 – Nonostante negli ultimi mesi i modelli fossero sempre più propensi a scartare l’ipotesi de La Niña nel Pacifico equatoriale, questa si è definitivamente sviluppata nelle acque dell’Oceano, con la NOAA che ha ufficialmente dichiarato l’inizio dell’evento lo scorso 10 novembre. Dopo uno dei El Niño più forti mai registrati, il quale ha toccato il suo picco massimo a cavallo tra il 2015 e il 2016, è quindi ora la volta del suo opposto, ovvero La Niña. Le anomalie di temperatura superficiale del mare sono negative da alcuni mesi, con un progressivo trend di raffreddamento che non si sia mai fermato in questo 2016: tutti i principali parametri indicatori dell’ENSO, El Niño Southern Oscillation, che sono scesi dapprima su valori neutrali per poi continuare a propendere sempre più verso condizioni di La Niña. […]

A fare in modo che La Niña potesse essere dichiarata, sono stati considerati diversi fattori: il primo è l’anomalia di temperatura dell’acqua superficiale dell’Oceano, la quale, in una determinata porzione del Pacifico, ha raggiunto i -0.7°C ad ottobre: la soglia è di -0.5°C, ma questo dato da solo non basta, essendo una condizione necessaria ma non sufficiente perché La Niña potesse essere dichiarata. Il secondo parametro preso in considerazione sono state le proiezioni dei modelli, con la sovrapposizione di tre mesi consecutivi (ad esempio: novembre-dicembre-gennaio, dicembre-gennaio-febbraio etc) nella porzione del Pacifico indicata come NINO3.4, che segnavano un’anomalia di temperatura superficiale del mare ancora inferiore a -0.5°C per più di un periodo. Il terzo step di verifica a cui si è sottoposta La Niña per poter essere definitivamente dichiarata è se vi siano dei segnali per cui la circolazione atmosferica sopra il Pacifico tropicale sia più forte rispetto alla media. In questo caso, i venti alisei, che spirano da Est verso Ovest, sono più forti che mai, trasportando le acque profonde, e quindi più fredde, che emergono vicino alle coste peruviane, verso il Pacifico equatoriale centrale. […]

Digramma di flusso della NOAA per capire se La Niña è arrivata ci sono da verificare tre condizioni perché l'evento possa essere dichiarato.

Diagramma di flusso della NOAA per capire se La Niña è arrivata ci sono da verificare tre condizioni perché l’evento possa essere dichiarato. Fonte: NOAA climate.gov

Con tutte e tre queste condizioni verificate, La Niña ha finalmente potuto essere dichiarata: attenzione però che questa ha solamente il 55% di possibilità, secondo le ultime uscite modellistiche, di poter continuare per tutto il prossimo inverno boreale come anche nella successiva primavera, risultando inoltre un evento poco intenso. In particolare La Niña potrà influenzare il clima soprattutto delle Americhe, dell’Asia e dell’Oceania. In Asia per esempio ci si attende una diversa distribuzione dei cicloni tropicali, i quali dovrebbero tendere ad interessare maggiormente le coste sud orientali della zona. Nel Nord America invece La Niña porta precipitazioni sopra media nel Midwest, sulle montagne Rocciose ed in generale sugli stati della West Coast, mentre sul resto degli USA il clima diviene più secco: in Canada, La Niña porta inverni più freddi e nevosi. Nell’America Latina, La Niña ha un impatto disastroso soprattutto su Perù e Cile, dove solitamente si assiste a lunghi periodi siccitosi, mentre sul Brasile e sulle Ande orientali le precipitazioni saranno sopra media con il rischio di diffuse alluvioni. L’Europa non dovrebbe in particolare risentire di un evento così debole, vista già la debole correlazione tra La Niña e il clima europeo.

a cura di Martina Rampoldi

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