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La Niña: tra gennaio e marzo 2017 si dovrebbe tornare a condizioni neutrali

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centro meteo italiano

La Niña risulta generalmente debole come anche breve, con i paramentri che non sono scesi abbondantemente oltre la soglia.

La Niña tra gennaio e marzo 2017 si dovrebbe tornare a condizioni neutrali

La Niña risulta generalmente debole come anche breve, con i paramentri che non sono scesi abbondantemente oltre la soglia. Fonte: cpc.ncep.noaa.gov

La Niña: tra gennaio e marzo 2017 si dovrebbe tornare a condizioni neutrali – 12 dicembre 2016 – Lo scorso 10 novembre è stata dichiarata ufficialmente aperta dalla NOAA questa fase di ENSO negativo, overro condizioni de La Niña nel Pacifico equatoriale: dopo uno dei El Niño più forti mai registrati, c’è spazio quindi perché nell’Oceano possa dientare protagonista esattamente il suo opposto, ovvero La Niña. La Niña in particolare, è caratterizzata da anomalie di temperatura superficiale del mare negative, ma anche da venti alisei, che spirano da Est verso Ovest, più forti della media e temperature delle acque profonde molto più fredde. Tutti i principali parametri indicatori dell’ENSO, El Niño Southern Oscillation, dopo aver toccato valori quasi da record a cavallo tra il 2015 e il 2016, sono scesi dapprima su valori neutrali per poi continuare a propendere sempre più verso condizioni di La Niña, con un progressivo trend di raffreddamento che non si sia mai fermato. […]

A fare in modo che La Niña potesse essere dichiarata, sono stati considerati diversi fattori: il primo è l’anomalia di temperatura dell’acqua superficiale dell’Oceano, la quale, in una determinata porzione del Pacifico, ha raggiunto i -0.7°C ad ottobre: la soglia è di -0.5°C, ma questo dato da solo non basta, essendo una condizione necessaria ma non sufficiente perché La Niña potesse essere dichiarata. Il secondo parametro preso in considerazione sono state le proiezioni dei modelli, con 5 sovrapposizioni di tre mesi consecutivi (ad esempio: novembre-dicembre-gennaio, dicembre-gennaio-febbraio etc) nella porzione del Pacifico indicata come NINO3.4, che segnavano un’anomalia di temperatura superficiale del mare ancora inferiore a -0.5°C. Il terzo step di verifica a cui si è sottoposta La Niña per poter essere definitivamente dichiarata è se vi siano dei segnali per cui la circolazione atmosferica sopra il Pacifico tropicale sia più forte rispetto alla media. In questo caso, i venti alisei, che spirano da Est verso Ovest, sono più forti che mai, trasportando le acque profonde, e quindi più fredde, che emergono vicino alle coste peruviane, verso il Pacifico equatoriale centrale. […]

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La Niña risulta generalmente debole come anche breve, con i paramentri che non sono scesi abbondantemente oltre la soglia. Fonte: cpc.ncep.noaa.gov

Attenzione però che stando alle ultime uscite dei modelli, La Niña ha solamente il 55% di possibilità di poter continuare per tutto il prossimo inverno boreale come anche nella successiva primavera, risultando inoltre un evento poco intenso, ripassando a condizioni neutrali tra gennaio e marzo 2017. In particolare La Niña potrà influenzare il clima soprattutto delle Americhe, dell’Asia e dell’Oceania. In Asia per esempio ci si attende una diversa distribuzione dei cicloni tropicali, mentre nel Nord America La Niña porta precipitazioni sopra media nel Midwest, sulle montagne Rocciose ed in generale sugli stati della West Coast, mentre sul resto degli USA il clima diviene più secco. In Canada, La Niña porta inverni più freddi e nevosi. Nell’America Latina, La Niña ha un impatto disastroso soprattutto su Perù e Cile, con lunghi periodi di siccità, mentre sul Brasile e sulle Ande orientali le precipitazioni saranno sopra media con il rischio di diffuse alluvioni. L’Europa non dovrebbe in particolare risentire di un evento così debole, vista già la debole correlazione tra La Niña e il clima europeo.

a cura di Martina Rampoldi

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