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Un fulmine si abbatte sul Golden Gate Bridge, San Francisco

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centro meteo italiano

Il Golden Gate Bridge, nella Baia di San Francisco, è illuminato da un fulmine che si è abbattuto proprio sullo scheletro metallico del ponte.

 

Fulmine sul Golden gate bridge di San Francisco. fonte Repubblica.it

Fulmine sul Golden gate bridge di San Francisco. fonte Repubblica.it

Un fulmine si abbatte sul Golden Gate Bridge, San Francisco – 12 Novembre 2015 – Il cielo grigio e carico di acqua che avvolge il Golden Gate Bridge, nella Baia di San Francisco, è illuminato da un fulmine che si è abbattuto proprio sullo scheletro metallico del ponte. Lo scatto è stato catturato dal fotografo freelance Charles Hall poco prima dell’arrivo di un acquazzone. Come si generano i fulmini? La scarica di un fulmine è un fenomeno elettrostatico e avviene di solito nel modo seguente: dalla nuvola ha inizio un canale ionizzato (detto canale di prescarica) che avanza nell’aria verso il basso, muovendosi a tratti con avanzamenti rapidi dell’ordine dei 50 metri e pause nell’ordine di 50 microsecondi, in modo che la velocità media risultante dell’avanzamento sia di circa 1metro/microsecondo.

 

Quando il canale ionizzato, che appare debolmente luminoso e presenta irregolarità di percorso e ramificazioni, raggiunge il punto di contatto con il suolo (o su una linea elettrica ad esempio) fluisce verso terra una elevata corrente dovuta alla scarica quasi completa del canale ionizzato (scarica di ritorno), la quale inizia dal suolo e si propaga verso la nube con una velocità di circa 0.1 – 0.3 volte quella della luce rendendo via via notevolmente luminoso il condotto di fulmine e le sue ramificazioni. È possibile riprodurre il fenomeno fisico del fulmine tramite apparecchiature quali elettrofori, come ad esempio quello di Van der Graaf, sebbene il controllo di queste scariche elettrostatiche sia limitato. Le scariche elettriche sono attratte dalla presenza di materiali conduttori oppure di energia nelle sue varie forme, e, a parità di materiale, tendono a concentrarsi sulle punte. Infatti, la densità di carica elettrica misurabile in un materiale conduttore risulta massima nelle sue punte e sui suoi spigoli, dove tendono a concentrarsi le particelle elettriche libere. Ecco la spiegazione del fulmine che colpisce la sommità della torre del ponte.


Le condizioni sinottiche ideali per lo sviluppo di fulmini sono i cumulonembi tipici dei fenomeni temporaleschi, ma sono stati osservati fulmini anche durante tempeste di sabbia, bufere di neve e nelle nuvole di cenere vulcanica. Anche le particelle di ghiaccio all’interno della nuvola sono ritenute essere un elemento fondamentale nello sviluppo dei fulmini, in quanto possono provocare la separazione forzata delle particelle con cariche positive e negative, contribuendo così all’innesco della scarica elettrica. L’espansione del canale ionizzato genera anche un’onda d’urto rumorosissima, il tuono. L’attività luminosa connessa alla scarica di un fulmine è invece denominata lampo. Un osservatore distante vede il lampo sensibilmente prima di sentire il tuono, poiché il suono viaggia a velocità molto inferiore a quella della luce (340 m/s circa contro 300.000 km/s) e quindi percepirà un ritardo di circa tre secondi per ogni chilometro di distanza dal fulmine. Generalmente si descrive il fulmine come una singola scarica, ma sono molto frequenti i casi in cui si verificano una serie di scariche in rapida successione. Tipicamente l’intervallo di tempo tra una scarica e l’altra può oscillare tra i 5 e i 500 millisecondi, e la serie nel complesso può durare anche 1,5 secondi.

 

 

 

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