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Alzheimer, attenzione alla “pancetta”, può essere un fattore di rischio secondo un nuovo studio. Ecco perché

Avere la pancia gonfia può rappresentare un campanello d'allarme per il morbo di Alzheimer: ecco perché

Alzheimer, attenzione alla “pancetta”, può essere un fattore di rischio secondo un nuovo studio. Ecco perché
alzheimer, Foto Pixabay.com

Spunta un altro particolare e insospettabile sintomo del morbo di Alzheimer: ecco di cosa si tratta

Il morbo di Alzheimer è tra le patologie più pericolose e invalidanti esistenti, capace di annullare (nel tempo) buona parte delle capacità cerebrali umane: questa malattia degenerativa, che colpisce le persone anziane e non ha una causa ben definita, può essere però “intercettata” attraverso i primi segnali che potrebbero risultare banali ma i quali, invece, bisognerebbe imparare ad interpretare per intervenire in tempo. Ce n’è uno, assai insolito ma comunque importante, il quale interessa una parte del corpo che non è il cervello. É la classica “pancetta“, ecco perchè averla può significare l’aver sviluppato la sindrome come riportato da uno studio pubblicato su Aging and Disease.

Lo studio

Stando a quanto evinto da un team di ricercatori americani, la presenza di grasso viscerale in eccesso nei soggetti di mezza età è correlato al rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer ed è anche indicativo della malattia fino a 15 anni prima dell’avvento dei sintomi iniziali. Il grasso viscerale si accumula attorno agli organi interni come fegato, intestino e cuore a causa di una dieta ipercalorica e dell’assente o scarsa attività fisica. Se da un lato il grasso è fondamentale per immagazzinare l’energia in eccesso, dall’altro è in grado anche di produrre anche ormoni e sostanze infiammatorie.

La conclusione

Gli scienziati, dunque, dopo aver esaminato un campione di persone, sono giunti alla conclusione che maggiori quantità di grasso viscerale si associano a maggiore accumulo di amiloide nella corteccia del precuneo, la regione che viene colpita precocemente dall’Alzheimer. Più le misurazioni del grasso viscerale sono alte, più si assiste ad un incremento del carico di infiammazione del cervello. Il tutto si può ridurre stando attenti alla troppa sedentarietà, facendo attività fisica e sportiva e seguendo un’alimentazione sana ricca di frutta e verdure.

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I sintomi tipici del morbo

La Alzheimer’s Association ha stilato una lista con, in ordine cronologico, i sintomi che appaiono gradualmente se si è sviluppato questo morbo. Il primo sintomo è la perdita della memoria, dopo frequenti episodi si può cominciare a sospettare la presenza di una patologia grave. Il secondo sintomo consiste in problemi nell’esprimersi: ci si dimentica spesso delle parole da dire oppure si sostituiscono con altre che non c’entrano nulla con il contesto. Il terzo sintomo è il disorientamento spazio-temporale: si può iniziare dimenticando la strada di casa, fino a non sapere più che giorno sia e dove ci si trovi. Quarto sintomo: problemi a svolgere le attività giornaliere. Ad essi seguono poi la capacità di giudizio alterata e gravi difficoltà nel compiere le operazioni di base, anche solo scrivere il proprio nome.

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Marco Reda

Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.

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