
Ecco il sintomo precoce di Alzheimer che bisogna saper riconoscere
Il morbo di Alzheimer rappresenta la forma più diffusa di demenza nel mondo, una patologia neurodegenerativa che progressivamente compromette memoria, linguaggio e capacità di orientamento. Identificare per tempo i segnali d’allarme è fondamentale per intervenire, anche se non esiste una vera cura definitiva per questa malattia. Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature Communications ha evidenziato la comparsa di un sintomo specifico molto prima della perdita di memoria: ecco qual è e come lo si può intercettare.
Il sintomo precoce
Il sintomo su cui si concentra la ricerca è la riduzione della capacità di percepire gli odori, tecnicamente definita iposmia. Questo deficit, già noto in medicina, può essere associato a diverse condizioni, dai postumi del Covid-19 alla presenza di polipi nasali, tuttavia lo studio dimostra come anche le malattie neurodegenerative ne siano caratterizzate. Gli scienziati hanno scoperto che nei pazienti affetti da Alzheimer le cellule immunitarie cerebrali aggrediscono le fibre nervose che connettono il bulbo olfattivo al locus coeruleus, interrompendo la trasmissione dei segnali legati all’olfatto. Un test olfattivo (assolutamente non invasivo) eseguito in ambulatorio, dunque, potrebbe fornire un indicatore immediato del rischio di sviluppare la sindrome.
Altri sintomi di Alzheimer
Oltre ai disturbi dell’olfatto, l’Alzheimer si manifesta con altri sintomi progressivi e ben noti. Tra i più comuni ci sono difficoltà nel linguaggio, problemi di orientamento spaziale e temporale, smarrimento frequente e incapacità di ricordare eventi recenti. Anche il cambiamento della personalità e del comportamento, come irritabilità, apatia o sospettosità, può costituire un segnale importante. Nei casi iniziali si osservano spesso cali di concentrazione e difficoltà a pianificare attività quotidiane. Alcuni studi hanno inoltre evidenziato che i disturbi del sonno e le alterazioni dell’umore possono comparire con largo anticipo rispetto al deterioramento cognitivo.
Cause e rimedi possibili
Come anticipato, non esiste ancora una cura definitiva per il morbo di Alzheimer ma negli ultimi anni sono stati approvati farmaci innovativi, come gli anticorpi monoclonali Donanemab, capaci di rallentare sensibilmente la progressione se somministrati nelle fasi precoci. Alla terapia farmacologica vanno associati interventi non farmacologici: stimolazione cognitiva, attività fisica regolare, dieta equilibrata e sostegno psicologico.
Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.