
Quando si manifestano difficoltà nell’esprimersi, potrebbero essere in atto alterazioni cognitive che precedono l’insorgenza della demenza
Non sempre è facile cogliere i segnali prodromici che indicano l’evoluzione di un grave disturbo cognitivo come l’Alzheimer. Spesso la diagnosi precoce può fare la differenza perchè può consentire una gestione della malattia migliore e una evoluzione più lenta e graduale della malattia. Nelle fasi iniziali non è facile coglierne i segnali d’allarme, ma alcuni sintomi sono stati studiati e identificati da una esperta in materia, la dottoressa Sara Curtis della Nottingham Trent University.
I cambiamenti nel linguaggio
Secondo la dottoressa Curtis sarebbero da ricercare proprio in alcuni cambiamenti nel linguaggio i campanelli d’allarme che rivelerebbero la presenza di questo grave disturbo che colpisce soprattutto la memoria. Chi soffre di Alzheimer, infatti, nelle prime fasi della malattia sviluppa una certa difficoltà nell’esprimersi. In un articolo pubblicato su The Conversation, la dottoressa Curtis ha individuato dettagliatamente alcuni segnali che farebbero preludere ad un iniziale declino cognitivo.
I sintomi
Oltre alle normali dimenticanze quotidiane, secondo la dottoressa Curtis, chi soffre di questo disturbo si esprime con pause frequenti, esitazioni e linguaggio vago. Spesso il malato interrompe le frasi che sta pronunciando o usa termini generici per esprimere un concetto anziché individuarlo con termine specifico. Ad esempio, anziché dire “gatto”, potrebbe dire “l’animale che miagola” o “animale da compagnia”. Anche il semplice fatto di utilizzare parole errate o fuori contesto potrebbe essere il preludio dello sviluppo di qualche forma di demenza.
Gli altri segnali da non trascurare
Nelle prime fasi della malattia, chi ne è affetto ha difficoltà ad iniziare o portare a termine compiti semplici. Insomma, si tende a parlare di più di ciò che si “farebbe”, piuttosto che fare la cosa vera e propria. Chi accusa sintomi iniziali di demenza lamenta anche una difficoltà ad accedere al proprio “vocabolario”. Si tendono a ripetere nomi comuni, verbi basilari e un maggiore ricorso a congiunzioni come “e”, “ma” e altri termini generici. L’ultimo sintomo legato al linguaggio è l’incapacità di elencare elementi di una stessa categoria. Ad esempio si fatica ad elencare in sequenza i giorni della settimana o i nomi di frutta. Questo accade perchè l’Alzheimer tende a colpire proprio alcune aree del cervello che riguardano la memoria, influenzando in negativo anche il nostro modo di esprimerci. Altri sintomi come la perdita di orientamento o le dimenticanze gravi possono essere segnali spia che non si devono trascurare. Se si corre ai ripari per tempo, si può ottenere anche una diagnosi tempestiva e l’accesso a cure appropriate.
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