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Aneurisma cerebrale, ecco quali sono i sintomi da non trascurare

Aneurisma cerebrale: cos’è, come si forma e quali sono i rischi in caso di rottura

Aneurisma cerebrale, ecco quali sono i sintomi da non trascurare
Foto Pazienti.it

Tutto ciò che c’è da sapere sull’aneurisma cerebrale e quali sintomi non vanno ignorati

L’aneurisma cerebrale è una dilatazione anomala di un’arteria del cervello, in genere localizzata nei punti in cui i vasi si biforcano. Può avere dimensioni variabili, da pochi millimetri fino a oltre 2,5 cm, e restare a lungo asintomatico. Tuttavia, in caso di rottura può provocare una grave emorragia subaracnoidea, potenzialmente letale. Esistono aneurismi rotti, responsabili di quadri clinici acuti, e non rotti, spesso scoperti per caso durante indagini diagnostiche svolte per altri motivi. La localizzazione più frequente è nelle arterie della base del cranio, dove il flusso sanguigno è più turbolento.

Altri sintomi

Molti aneurismi non danno sintomi, ma in alcuni casi possono crescere causando compressione di strutture vicine, con cefalea, vertigini, problemi alla vista, crisi epilettiche o addirittura deficit neurologici. La rottura si manifesta con una cefalea improvvisa e violenta, spesso descritta come la “peggiore della vita”, accompagnata da vomito, perdita di coscienza o disturbi respiratori. Le complicanze più gravi sono l’idrocefalo, il vasospasmo e il risanguinamento, quest’ultimo particolarmente frequente entro le prime 48 ore. La mortalità è alta e circa un terzo dei sopravvissuti riporta disabilità permanenti.

Le cause di aneurisma

Le cause possono essere congenite, come nel caso di patologie del tessuto connettivo (collagenopatie), coartazione aortica, malattia del rene policistico o displasia fibromuscolare. Tra i fattori di rischio acquisiti figurano infezioni batteriche o fungine, ma anche ipertensione arteriosa, fumo, alcol e droghe. La pressione alta in particolare ha un ruolo cruciale nel determinare la rottura di un aneurisma, specie durante sforzi fisici che comportano un picco pressorio, come tosse intensa o attività sessuale. Il rischio di rottura aumenta anche durante il sonno o in stato di riposo assoluto. È importante monitorare attentamente eventuali aneurismi noti, soprattutto se superiori ai 7 mm.

Come trattare l’aneurisma

La diagnosi di aneurisma non rotto avviene tramite esami come RM o TC encefalo, mentre in caso di rottura si eseguono TC e AngioTC cerebrale. L’angiografia è utilizzata per pianificare interventi o chiarire i casi più complessi. Il trattamento può essere microchirurgico, con il posizionamento di clip per isolare la sacca, oppure endovascolare, meno invasivo, che utilizza spirali o stent per deviare il flusso. Nei casi più complicati si ricorre al bypass cerebrale. La scelta terapeutica dipende da dimensioni, localizzazione, condizioni del paziente e rischio di rottura, con l’obiettivo di prevenire danni cerebrali irreversibili o fatali.

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Marco Reda

Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.

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