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Antibiotici, gli italiani ne prendono troppi: ecco cosa succede e dove se ne assumono di più

In Italia c'è un consumo eccessivo (e inappropriato) degli antibiotici: il rapporto del Ministero della Salute, i provvedimenti e i rischi che si corrono

Antibiotici, gli italiani ne prendono troppi: ecco cosa succede e dove se ne assumono di più
Assunzione di antibiotici e aumento del rischio di cancro al colon, ecco cosa hanno scoperto i ricercatori - Foto PixaBay

Antibiotici, gli italiani ne prendono troppi

É allarme antibiotici in Italia: il Ministero della Salute ha pubblicato nei giorni scorsi, sul suo sito ufficiale, un rapporto dettagliato che dimostra il consumo eccessivo di antibiotici da parte degli italiani, in particolare al Sud, nelle isole e in Trentino-Alto Adige, ben oltre la media europea. Un’abitudine sì pericolosa per la salute, ma che allo stesso tempo permette ai batteri di diventare più forti e resistenti a quella che finora è stata la cura più forte per diversi virus.

Il rapporto del Ministero della Salute

Il Ministero della Salute fa presente sul sito Salute.Gov.it che nel 2018 il consumo di antibiotici è stato pari a 21,4 dosi giornaliere ogni 1000 abitanti (nel 2017 era di 20,9 ogni 1000 persone) e di queste l’85% delle dosi sono state erogate a carico del servizio sanitario nazionale. Il Sud, la Sicilia e la Sardegna guidano la classifica geografica di consumo antibiotici con il 20,4% dei casi, seguiti dal centro (16,9%) e dal Nord (12,7%, in cui però come detto spicca particolarmente il Trentino-Alto Adige). Fa riflettere anche il dato sui bambini: quasi un bimbo su 2 ha assunto antibiotici entro il primo anno di vita e il dato è rimasto costante almeno fino a sei anni di età.

Altri dettagli sullo studio

Il Ministero della Salute ha spiegato che l’uso inappropriato di antibiotici in Italia supera il 30%, a eccezione della bronchite acuta che non può essere trattata altrimenti. Nel 2018 il 33,1% di persone con influenza, raffreddore o laringotracheite acuta ha ricevuto una prescrizione di antibiotico, un altro 30,9% era affetto da faringite o tonsillite acuta. Per queste malattie delle vie aeree non è necessario l’antibiotico, bastano altri tipi di medicine: in caso contrario, a lungo andare, l’organismo arriva ad inibire l’effetto degli antibiotici avendo così un’arma in meno per combattere infezioni importanti. Cosa fare dunque? Il Ministero, che ha lanciato un appello per ridurre di gran lunga il consumo di antibiotici, a prescindere dall’età dell’individuo, è già al lavoro per attuare delle restrizioni nella prescrizione degli stessi. L’obiettivo è fare in modo che le persone li assumano solo se davvero necessario.

Che cos’è l’antibiotico

L’antibiotico è un medicinale utilizzato per curare o prevenire le infezioni causate da batteri. Esso è in grado di uccidere i batteri stessi e/o di prevenire la loro moltiplicazione e diffusione all’interno dell’organismo e la trasmissione ad altre persone, ma non ha efficacia contro influenza, raffreddore, tosse e mal di gola. È fondamentale che l’antibiotico sia prescritto dal medico e che ne vengano rispettate scrupolosamente le dosi, le modalità e la durata della terapia da lui indicate al fine di ottenere i massimi benefici dalla terapia e prevenire lo sviluppo dell’antibiotico-resistenza.

(Fonte IsSalute.it)

Come agiscono gli antibiotici

Le molecole di antibiotico, spiega SapereSalute.it, inibiscono lo sviluppo dei batteri attraverso meccanismi di azione differenti, ma gli obiettivi sono comunque sempre gli stessi a prescindere dal tipo di antibiotico: distruggere l’involucro protettivo esterno della cellula batterica e interferire con le reazioni biochimiche che le consentono di sopravvivere e di riprodursi. In questo modo l’organismo viene protetto dalle infezioni e non si rischiano complicazioni.

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Nunzio Corrasco

Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.

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