Ecco tutto ciò che c’è da sapere sull’artrite reumatoide: i sintomi, come la si sviluppa e in che modo curarla
L’artrite reumatoide è una patologia infiammatoria autoimmune cronica che colpisce milioni di persone nel mondo e può manifestarsi a qualsiasi età. Si tratta di una malattia complessa nella quale il sistema immunitario aggredisce erroneamente le strutture articolari, provocando un’infiammazione persistente che, se non trattata, può compromettere progressivamente la mobilità. La prevalenza varia dallo 0,46% all’1%, con una maggiore incidenza nelle donne e un picco fra i 40 e i 60 anni. È fondamentale imparare a riconoscere i segnali d’esordio della patologia e cosa fare per intervenire: ecco i sintomi, i dettagli sulla diagnosi e le modalità di recupero dall’artrite reumatoide, come riportato da FondazioneVeronesi.it.
Sintomi principali
I sintomi dell’artrite reumatoide derivano dall’infiammazione delle articolazioni, la quale si manifesta con dolore persistente, gonfiore e rigidità. Il dolore è continuo, spesso presente anche a riposo, e tende a migliorare con il movimento. La rigidità mattutina è uno dei segni più caratteristici: può durare ore ed è molto più marcata rispetto a quanto accade nelle patologie degenerative non infiammatorie come l’artrosi. Con il passare del tempo possono comparire perdita di funzionalità, deformità articolari e, nei casi avanzati, anchilosi. Le articolazioni più spesso coinvolte in maniera bilaterale e simmetrica sono mani, piedi, polsi, ginocchia, anche, gomiti e spalle. Oltre ai disturbi articolari possono presentarsi sintomi sistemici come stanchezza marcata, febbre, calo ponderale, rash cutaneo e indolenzimento muscolare.
Diagnosi della malattia
Diagnosticare l’’rtrite reumatoide nelle fasi iniziali può essere complesso poiché i disturbi d’esordio assomigliano ad altre malattie reumatiche. Il sospetto dovrebbe sorgere quando una o più articolazioni restano gonfie e dolenti per oltre sei settimane. Gli esami di laboratorio rappresentano un valido supporto: circa il 70% dei pazienti presenta valori elevati di Fattore Reumatoide, mentre gli anticorpi anti-CCP costituiscono il marcatore più specifico. Un’infiammazione in atto può essere confermata dall’aumento della VES e della proteina C-reattiva, talvolta associati ad anemia. Sul piano strumentale le radiografie iniziali possono non mostrare alterazioni, motivo per cui si affianca l’ecografia articolare (utile per individuare versamento e panno sinoviale). In casi selezionati la risonanza magnetica consente di identificare infiammazione ossea ed edema già nelle prime fasi.
Come si cura l’artrite reumatoide
Oggi le terapie disponibili permettono di modificare in modo significativo il decorso dell’artrite reumatoide, soprattutto se avviate precocemente. La gestione prevede l’uso combinato di farmaci antinfiammatori, corticosteroidi e DMARD, sia tradizionali (come metotrexato, sulfasalazina e leflunomide) sia biologici mirati a specifici mediatori dell’infiammazione. La riabilitazione articolare e neuromuscolare aiuta a preservare funzionalità e forza, mentre la chirurgia rappresenta un’opzione nei casi in cui il danno articolare è avanzato.
Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.