Casi di influenza in aumento
In Italia, i casi di influenza stanno aumentando velocemente, segnando l’inizio di un inverno più severo rispetto ai precedenti. Dati forniti dal sistema di monitoraggio RespiVirNet rivelano che, solo nella prima settimana di dicembre, circa 695mila individui hanno manifestato sintomi respiratori, con un incremento particolarmente marcato tra i bambini di età inferiore ai 4 anni. Le aree più colpite fino ad ora includono Sardegna, Emilia Romagna, Piemonte e Lombardia. Gli esperti sono preoccupati per la sottovariante K del virus influenzale A/H3N2, già presente nell’emisfero sud, dove ha provocato stagioni influenzali più lunghe del normale, ed è responsabile di circa il 50% dei casi attuali nel nostro Paese. Non si tratta di un virus del tutto nuovo, ma una variazione stagionale che presenta alcune novità rispetto alle versioni degli anni passati. Poiché questa variante ha avuto una diffusione limitata finora, gran parte della popolazione non ha sviluppato un’immunità specifica, facilitando così la trasmissione e alzando il rischio di contagi. Ciò potrebbe comportare una crescita del numero di pazienti ricoverati negli ospedali, specialmente durante le settimane più fredde. Gli esperti evidenziano che, sebbene non produca sintomi differenti rispetto all’influenza tradizionale, la sottovariante K può causare forme più gravi e durevoli, soprattutto nei bambini, negli anziani e nelle persone vulnerabili. E’ quanto riportato da Today.it.
Raffreddore e influenza: virus differenti ma contagio simile
In una situazione come questa, sapere come distinguere tra un raffreddore e l’influenza, non solo è importante, ma può essere fondamentale per evitare complicazioni e la diffusione di nuovi casi. Il dottor Naveed Asif, medico di base presso The London General Practice nel Regno Unito, afferma che il raffreddore è provocato per lo più da virus, tra cui il rinovirus è più frequente, mentre l’influenza deriva specificatamente da virus influenzali, soprattutto di tipo A e B. In aggiunta, Asif mette in evidenza che è possibile essere colpiti sia dal raffreddore che dall’influenza contemporaneamente, poiché derviano da virus diversi. L’azione combinata di differenti patogeni può compromettere il sistema immunitario e aumentare il rischio di ulteriori infezioni. Sia il raffreddore che l’influenza si diffondono tramite goccioline emesse con la respirazione e superfici infette. Asif spiega che la propagazione avviene quando le goccioline contenenti virus vengono rilasciate tossendo, starnutendo o parlando, finendo nella bocca o nel naso delle persone circostanti, e aggiunge che in spazi poco ventilati, queste goccioline possono viaggiare su distanze più lunghe.
Stanchezza con febbre e dolori: riconoscere l’influenza K
Secondo l’OMS, la sottovariante K del virus A/H3N2 causa sintomi simili a quelli dell’influenza tradizionale, ma solitamente più severi rispetto al ceppo H1N1 (un altro sottotipo del virus influenzale A che circola stagionalmente): febbre alta, spossatezza significativa, dolori muscoli e articolari, mal di gola, brividi, congestione nasale o naso che cola, e nei bambini più piccoli possono verificarsi anche vomito e diarrea. La dottoressa Claire Agathou, medico di famiglia e co-fondatrice dell’A–Z General Practice presso il Wellington Hospital, asserisce che un comune raffreddore si manifesta solitamente con naso che cola o ostruito, starnuti, mal di gola, tosse leggera e un moderato senso di affaticamento. Prosegue dicendo che al contrario, l’influenza si presenta con un’improvvisa comparsa di febbre, intensa stanchezza e debolezza, dolori muscolari e delle articolazioni, mal di testa, tosse secca, brividi, diminuzione dell’appetito e a volte diarrea. E aggiunge ancora, che la principale differenza è che l’influenza si manifesta rapidamente e in modo molto più severo, mentre i sintomi del raffreddore sono più leggeri e si sviluppano in modo graduale.
I sintomi di raffreddore, influenza classica e sottovariante K a confronto
Per differenziare le varie infezioni respiratorie, è importante considerare l’insieme dei segni clinici. Il raffreddore comune si presenta con naso chiuso o che cola, frequente necessità di starnutire, lieve dolore alla gola, tosse leggera e una certa stanchezza. Invece, l’influenza tradizionale si manifesta in modo più grave, con febbre alta che compare all’improvviso, intensa stanchezza, dolori muscolari e articolari, mal di testa, tosse secca e brividi. La variante K del virus A/H3N2, attualmente in circolazione in Italia, mostra sintomi simili a quelli dell’influenza, ma spesso in forma più intensa e duratura: oltre alla febbre alta e ai significativi dolori, può provocare un’importante congestione nasale, un mal di gola prolungato e, nei bambini, sintomi gastrointestinali più marcati. Identificare queste differenze è cruciale per poter intervenire prontamente e diminuire il rischio di complicazioni.
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