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Come e perché il nostro udito si indebolisce? Le cause dell’ipoacusia

Intervista al Prof. Massimo Ralli, Ricercatore Universitario presso il Dipartimento Organi di Senso de "La Sapienza", Università di Roma

Come e perché il nostro udito si indebolisce? Le cause dell’ipoacusia
Come e perché il nostro udito si indebolisce? Sintomi e cause dell'ipoacusia - Foto Specialisti dell'Udito

Che cos’è l’ipoacusia: l’intervista all’esperto

Perdere l’udito, o subirne un abbassamento, è una conseguenza naturale dell’età che avanza. Ci sono però dei fattori che possono accelerare la riduzione delle nostre capacità di sentire i suoni esterni: una malattia dell’apparato uditivo, l’esposizione costante a rumori forti, l’ereditarietà, persino il fumo e il consumo di alcol. Tutto ciò che ruota intorno all’indebolimento dell’udito è detto ipoacusia. Di cosa si tratta? Benedetta de Mattei ha intervistato al riguardo (per il sito CentroMeteoItaliano.it) il Prof. Massimo Ralli, Ricercatore Universitario presso il Dipartimento Organi di Senso dell’Università di Roma “La Sapienza”, che ha affrontato la questione ai microfoni di Benedetta De Mattei di CentroMeteoItaliano.it.

1. Esistono diverse tipologie e diversi livelli di abbassamento di udito? Quali sono le cause più comuni?

L’abbassamento dell’udito (ipoacusia) non è sempre uguale, anzi può essere molto diverso tra persona e persona sia in termini di entità che di tipologia. L’abbassamento dell’udito si valuta misurando quanti decibel perdiamo per ogni frequenza. In base ai decibel, possiamo distinguere le ipoacusie in lievi, moderate, gravi e profonde. L’abbassamento dell’udito può coinvolgere un orecchio o entrambi, anche se nella maggior parte dei casi è simmetrico. Naturalmente sia il disagio del paziente che l’approccio terapeutico saranno diversi a seconda dell’entità dell’abbassamento dell’udito e delle frequenze coinvolte“.

Ci sono poi differenti ‘tipologie’ di ipoacusia, molto diverse tra loro. L’ipoacusia può essere difatti di tipo trasmissivo, quando i suoni non riescono ad arrivare alle cellule del nostro orecchio (le cellule ciliate, che sono responsabili della conversione dei suoni in stimoli nervosi) a causa di problemi legati alle strutture dell’orecchio esterno e, soprattutto, dell’orecchio medio. Rientrano in questi casi il banale tappo di cerume, le otiti catarrali – tipiche dei bambini – fino a forme più importanti come quelle dovute alle perforazioni della membrana timpanica, alle otiti croniche e all’otosclerosi (un difetto degli ossicini dell’orecchio medio). Esistono poi le ipoacusie di tipo neurosensoriale, che sono di gran lunga le più comuni soprattutto negli anziani. In queste forme, i suoni arrivano correttamente alle cellule ciliate, che però non funzionano bene e non riescono a trasmettere i suoni al nostro cervello. Rientrano in questa tipologia di abbassamento dell’udito le forme progressive legate all’età, le ipoacusie da esposizione al rumore, le ipoacusie congenite e alcune condizioni più rare come la Sindrome di Ménière“.

2. Come si fa la diagnosi di ipoacusia?

La diagnosi di ipoacusia è relativamente facile e si basa su esami di primo livello e, se necessario, di secondo livello. L’esame più comune che tutti conosciamo è l’esame dell’udito, o audiometria tonale. In questo esame, che viene di norma eseguito in una cabina silente, vengono inviati dei suoni di diversa frequenza al paziente usando una cuffia. In base alle risposte, il medico potrà definire sia l’entità dell’abbassamento uditivo che la tipologia. Nel caso lo ritenesse opportuno, sarà poi possibile eseguire esami più specifici come il riconoscimento delle parole, lo studio della funzionalità delle cellule ciliate e una valutazione elettrofisiologica del nervo acustico. L’esame audiometrico è un esame molto semplice che può essere eseguito anche nei bambini dai 5/6 anni in su. Per i bambini più piccoli esistono comunque degli esami che permettono di capire la presenza o meno di un abbassamento dell’udito“.

3. Perché l’ipoacusia è una delle condizioni più ricorrenti negli anziani?  

L’ipoacusia è una condizione molto diffusa che coinvolge milioni di persone di tutte le età, ma soprattutto gli anziani. Questo perché dopo una certa età si verifica una progressiva riduzione del numero e della funzionalità delle cellule ciliate, le cellule che permettono di trasmettere i suoni al nostro cervello. Questa riduzione porta ad una graduale riduzione dell’udito, soprattutto per le alte frequenze. Ecco quindi che le persone anziane tendono a sentire meno i suoni acuti, come il campanello, lo squillo del telefono e le voci dei bambini, e ad avere maggiori difficoltà di comprensione delle parole soprattutto negli ambienti rumorosi, quando parlano più persone o i dialoghi in televisione. Anche se molto comune dopo i 65/70 anni, l’abbassamento dell’udito negli anziani non va mai sottovalutato, in quanto se non correttamente identificato e corretto potrebbe portare il soggetto ad isolarsi con un impatto significativo sulla qualità della vita“.

4. Esiste poi la perdita di udito improvvisa?

L’ipoacusia improvvisa esiste e rappresenta un’emergenza audiologica in quanto, se non diagnosticata e trattata immediatamente, può essere permanente e irreversibile. L’ipoacusia improvvisa può colpire persone di qualsiasi età, e si manifesta con un abbassamento improvviso dell’udito solitamente in un solo orecchio talvolta associato ad acufeni e vertigini. Purtroppo l’ipoacusia improvvisa viene frequentemente sottovalutata dal paziente, che spesso pensa ad un tappo di cerume o ad un’otite con un ritardo di giorni, se non settimane, prima di effettuare un controllo medico. Le cause sono molteplici; le più frequenti sono eventi vascolari (un “infarto” dell’orecchio) o infezioni virali, anche se l’ipoacusia improvvisa potrebbe anche essere una conseguenza di patologie autoimmuni o della presenza di un tumore benigno del nervo acustico. Nei casi di ipoacusia improvvisa, è fondamentale una diagnosi precoce ed iniziare una terapia mirata entro 10-15 giorni dall’evento, sia farmacologica che ricorrendo alla camera iperbarica”.

(A cura di Benedetta De Mattei)

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Valerio Fioretti

Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.

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