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Giovedì 14 Marzo
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Coronavirus, chi ha meno massa muscolare rischia di contrarre il virus in forma più grave: i dettagli dello studio

Uno studio condotto da ricercatori italiani ha riscontrato un legame tra la sacropenia (massa muscolare ridotta) e le possibilità di contrarre il coronavirus in forma grave

Coronavirus, chi ha meno massa muscolare rischia di contrarre il virus in forma più grave: i dettagli dello studio
Foto PixaBay.com

Coronavirus, chi ha meno massa muscolare rischia di contrarre il virus in forma più grave: i dettagli dello studio

Un anno dopo “l’avvento” del Covid-19 una cosa è certa: questo virus non va sottovalutato perché può portare a conseguenze molto gravi non solo nei soggetti più fragili, bensì anche nei giovani e in persone che non hanno patologie o problemi fisici particolari. Tra questi ci sono gli uomini e le donne che hanno una massa muscolare ridotta. Uno studio condotto da un maxi team di ricercatori universitari italiani, pubblicato sulla rivista Radiology, fa presente che la sarcopenia (appunto, massa muscoare ridotta) è un fattore predittivo di decorso clinico sfavorevole negli affetti da coronavirus ricoverati nei reparti ordinari o in terapia intensiva. DRAMMA IN BRASILE, PAZIENTI INTUBATI SENZA SEDATIVI

I dettagli dello studio

I ricercatori hanno analizzato la massa muscolare di 552 pazienti (364 uomini e il resto donne, tutti con età media di 65 anni) e incrociato le informazioni relative allo stato della muscolatura paravertebrale ottenute tramite TAC toracica (effettuata nel momento dei loro ricoveri in ospedale) con alcuni dati fisici e clinici di ciascun paziente. I risultati hanno evidenziato un legame significativo tra la ridotta massa muscolare e l’insorgenza di complicanze da Covid. Inoltre una ridotta massa muscolare  è un fattore negativo per il rischio di incappare in molte patologie soprattutto oncologiche. COME PRENOTARE IL VACCINO ANTI CORONAVIRUS

Come distinguere i sintomi dal Covid

La distinzione cruciale può anche aiutare i bambini. Mentre i bambini sono più inclini alle allergie, è stato riferito che i bambini si stanno rivelando sintomatici e vengono infettati durante la seconda ondata rispetto a prima. Va detto che sia un’infezione allergica che un attacco COVID si possono manifestare con sintomi che riguardano in modo particolare il tratto respiratorio superiore come quello di tosse, perdita dell’olfatto, raffreddore, occhi che colano, eruzioni cutanee, mal di testa. A volte possono verificarsi anche mancanza di respiro, congestione e difficoltà respiratorie, ma sono considerati una rarità. Va però anche spiegato che esistono alcune piccole differenze tra allergia e sintomi COVID che potrebbe valere la pena controllare. ITALIA FUORI DAL LOCKDOWN: ECCO DA QUANDO

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I sintomi che non devono preoccupare

La presenza di sintomi come il prurito alla pelle, naso, occhi o gola potrebbero essere segni di infiammazione e più comunemente osservati con le allergie. In questo momento, il prurito non è considerato un segno di COVID-19. La febbre non è un segno di allergie ma è altamente presente nei casi di COVID. È probabile che le persone che registrano una temperatura elevata oscillante, insieme ad altri sintomi, soffrano di COVID o di altre malattie, ma è improbabile che contraggano allergie. Ancora una volta, le allergie possono anche causare molti sintomi di drenaggio che di solito non sono visti o associati a COVID. Dal naso che cola, gocciolamento nasale agli occhi acquosi, Il COVID non dovrebbe causare analoghi sintomi. Le allergie non portano stanchezza o affaticamento anche se possono portare una certa sonnolenza che non è tipica del Covid.

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Nunzio Corrasco

Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.

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