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Coronavirus, il caso della donna che ha infettato 71 persone in ascensore: lo studio con la catena di contagio completa

Una donna, asintomatica, tornata dagli Stati Uniti ha creato involontariamente una catena di 71 casi partendo da un ascensore: la ricostruzione degli studiosi

Coronavirus, il caso della donna che ha infettato 71 persone in ascensore: lo studio con la catena di contagio completa
Coronavirus, medico in azione. Fonte foto: ansa.it

Coronavirus, il caso della donna che ha infettato 71 persone in ascensore: lo studio con la catena di contagio completa

Una, cinque, dieci: quante persone può contagiare un soggetto positivo al Coronavirus? Anche molte di più. Ben 71, secondo uno studio. È quanto successo ad una donna – asintomatica – che, come si legge su Corriere.it, ha involontariamente infettato almeno 71 persone dopo che un vicino di casa ha preso l’ascensore dopo di lei: è quanto ipotizzato dai ricercatori cinesi che hanno studiato il caso, coi risultati pubblicati nel Journal of Emerging Infectious Diseases del Chinese Centers for Disease Control and Prevention (CDCC).

Nuovi casi nella provincia di residenza della donna dopo quasi un mese senza contagi

Lo studio in questione descrive la nascita di un focolaio che ha origine dal caso zero rintracciato in una signora rientrata in Cina dopo un viaggio degli Stati Uniti. Dall’11 marzo al 9 aprile non c’erano stati casi ad Heilongjiand, provincia di residenza della signora: in quel giorno, poi, sono stati rilevati 4 nuovi casi di Covid-19. Al 22 aprile quei nove casi sono diventati 71, probabilmente infettati, direttamente o indirettamente, dalla signora asintomatica di ritorno dagli USA, che avrebbe dato origine al cluster in questione.

Come è nato il focolaio

I ricercatori hanno creato uno schema riuscendo così a ricostruire la catena dei contagi: tornata il 19 marzo dagli Stati Uniti, la donna si è messa in quarantena da sola in casa, utilizzando però l’ascensore per arrivare al suo appartamento: proprio lì avrebbe infettato il vicino di casa del piano inferiore, anche se i due non hanno utilizzato l’ascensore contemporaneamente né hanno avuto contatti stretti. Qualche giorno dopo, il 26 marzo, la madre del vicino e il suo compagno sono stati ospiti a casa sua per la notte, e il 29 marzo sono andati ad una festa.

Il 9 aprile il primo caso confermato

La festa ha dato quindi vita ad un nuovo contagio. Il 7 aprile, intanto, il compagno della madre del vicino della prima donna, quella tornata dagli Stati Uniti, ha notato i sintomi di Covid-19 ed è risultato positivo al tampone il 9 aprile: proprio in quella data e proprio la persona in questione è stata il primo caso confermato di questo focolaio. Successivamente si sono rilevati positivi anche i suoi contatti stretti. Ma non è finita.

Il super diffusore in ospedale

Il 2 aprile, infatti, una delle persone presenti alla festa è stata ricoverata a causa di un ictus; il 6 aprile ha cambiato ospedale a causa della febbre e il 9 aprile è stata riscontrata la sua positività: per quello è stato isolato in reparto, ma nel primo ospedale – secondo la ricostruzione – il paziente avrebbe infettato 28 persone, tra cui cinque infermieri e un medico. I due ospedali erano Covid-free prima dell’arrivo del paziente, che si sarebbe trasformato in un super diffusore. Sempre il 9 aprile si è risaliti al caso zero, ovvero alla donna tornata dagli Stati Uniti, che si è sottoposta al sierologico: in quella circostanza è emersa la presenza di anticorpi da Coronavirus. Al 22 aprile i casi provocati da questo cluster erano 71, nati da una persona asintomatica, a conferma di quanto possano essere contagiosi i soggetti che non presentano sintomi. Grazie ai test e al tracciamento dei contatti, comunque, il focolaio è stato contenuto.

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Biagio Romano

Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.

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