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Ernia iatale, il professor Davide Bona spiega quali sono i sintomi da non sottovalutare

Ernia iatale e malattia da reflusso: sintomi, diagnosi e trattamento spiegati dal professor Davide Bona

Ernia iatale, il professor Davide Bona spiega quali sono i sintomi da non sottovalutare
Medico, immagine di repertorio. Fonte foto: pxhere.com

L’ernia iatale è una delle cause più comuni di reflusso gastroesofageo ed è spesso difficile da diagnosticare

L’ernia iatale è una condizione anatomica in cui una porzione dello stomaco risale dalla cavità addominale a quella toracica, attraversando un’apertura del diaframma chiamata iato. Questa alterazione può compromettere il corretto funzionamento della valvola che separa esofago e stomaco, facilitando la risalita dei succhi gastrici verso l’alto e dando origine a quella che è nota come malattia da reflusso gastroesofageo. Spesso il paziente arriva alla diagnosi dopo aver effettuato una lunga serie di esami non sempre necessari o mirati. Ecco quali sono i sintomi tipici che ci fanno capire di avere a che fare con questo disturbo, come spiegato dal Dottor Davide Bona a GruppoSanDonato.it.

Sintomi comuni e sintomi particolari

I segni dell’ernia iatale si suddividono in due categorie: sintomi tipici e atipici. I più comuni sono il bruciore dietro lo sterno e il rigurgito acido, frequenti dopo i pasti o quando si è sdraiati. I sintomi atipici, invece, possono trarre in inganno: dolore toracico simile a un infarto, tosse persistente, raucedine, asma e bronchiti ricorrenti. Alcuni pazienti accusano la sensazione di avere un nodo in gola. Nei casi più avanzati si manifestano disfagia (cioè difficoltà nella deglutizione), anemia cronica e disturbi del ritmo cardiaco come tachicardia o aritmie, causati dalla compressione gastrica sul cuore. Il professor Davide Bona, responsabile di Chirurgia Generale all’Istituto Clinico Sant’Ambrogio, sottolinea che il quadro clinico può variare in base alla dimensione dell’ernia e alla sua evoluzione.

Diagnosi mediche consigliate

Per individuare correttamente un’ernia iatale, il primo passo è una radiografia del tratto digestivo superiore con mezzo di contrasto, che mostra in tempo reale il passaggio del cibo. A supporto, si può eseguire una gastroscopia per valutare lo stato della mucosa e le dimensioni dell’ernia, oppure una TAC per comprendere i rapporti tra stomaco e torace. Solo in alcuni casi particolari si richiedono esami funzionali come la manometria esofagea o la pH-impedenzometria, soprattutto se si ipotizza un intervento chirurgico per il trattamento del reflusso. Le ernie iatali si distinguono in diverse tipologie, da quelle da scivolamento alle forme miste, che possono diventare molto voluminose e complesse da gestire senza un’adeguata valutazione specialistica.

Le cause dell’ernia e il trattamento chirurgico

L’ernia iatale può avere origine da un indebolimento dei muscoli del diaframma o da un aumento della pressione addominale, spesso legato all’obesità, alla stitichezza cronica o a sforzi ripetuti. Il trattamento chirurgico è consigliato nei casi più gravi e prevede un approccio laparoscopico mininvasivo: lo stomaco viene riportato nella sua posizione originale e i pilastri diaframmatici vengono rinforzati con suture e, se necessario, con una rete protesica. Infine, si esegue una plastica anti-reflusso secondo la tecnica di Toupet. L’intervento, eseguito in centri specializzati come l’Istituto Clinico Sant’Ambrogio, richiede una degenza breve e consente il rapido ritorno all’alimentazione.

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Marco Reda

Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.

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