
Tutto ciò che c’è da sapere sull’ernia inguinale: cos’è e i sintomi presentati dal Dottor Mauro Montuori
L’ernia inguinale è tra le patologie più diffuse in ambito chirurgico, con una prevalenza nettamente maggiore negli uomini (colpiti otto volte più delle donne). Si tratta della fuoriuscita di una parte di un organo attraverso un punto debole della parete addominale, in genere nel canale inguinale. Il Dottor Mauro Montuori, chirurgo dell’Unità di Chirurgia Generale del Policlinico San Pietro e di Smart Clinic, ha spiegato a GruppoSanDonato.it i sintomi precisi da riconoscere per intervenire tempestivamente.
I sintomi più evidenti
Il principale segnale dell’ernia inguinale, stando a quanto spiegato dal Dottor Montuori, è la presenza di una tumefazione o rigonfiamento visibile nella zona dell’inguine. Questo gonfiore può essere accompagnato da dolore o fastidio, che peggiora durante lo sforzo fisico o mentre si sollevano pesi. Alcune persone possono avvertire anche una sensazione di pesantezza o pressione nella stessa area, soprattutto a fine giornata. In presenza di compressione dei nervi locali è possibile avvertire anche una sensazione di bruciore o formicolio. Tali sintomi tendono a peggiorare, se trascurati, e possono compromettere significativamente la libertà di movimento.
Sintomi più subdoli ma significativi
Non sempre però l’ernia si manifesta in modo evidente. Secondo il dottor Montuori, infatti, può accadere che il fastidio si presenti in modo più sottile, come un dolore localizzato alla radice della coscia o un senso di disagio nella regione inguinale. Anche in assenza di un rigonfiamento visibile questi disturbi possono indicare un’ernia in fase iniziale. È proprio per questo che una diagnosi tempestiva è fondamentale: un consulto con lo specialista in chirurgia e una semplice visita clinica possono fare la differenza. Nei casi più complessi si può ricorrere a ecografia o TAC per confermare la diagnosi.
Cause e trattamenti disponibili
Le cause dell’ernia inguinale possono essere congenite o acquisite, spesso dovute a un indebolimento della parete addominale causato da sforzi intensi, invecchiamento, obesità o gravidanza. Il trattamento definitivo è l’intervento chirurgico, che oggi avviene con tecniche mini-invasive in anestesia locale o spinale, con dimissione in giornata. In alternativa, nei casi in cui l’intervento non sia consigliato, si può ricorrere a uno slip contenitivo per alleviare i sintomi, pratica che però non risolve definitivamente la patologia e può essere una soluzione solo temporanea.
Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.