Il formicolio alle mani è un campanello d’allarme da non ignorare: tutto ciò che c’è da sapere illustrato dal Dottor Loris Pegoli
Il formicolio alle mani, soprattutto se compare durante il riposo notturno o al risveglio, viene spesso sottovalutato ma rappresenta un sintomo che merita sempre attenzione. Secondo il Dottor Loris Pegoli, specialista in Chirurgia Ortopedica della Mano alla Casa di Cura “La Madonnina” di Milano, non si tratta quasi mai di un semplice fastidio passeggero. Può infatti essere l’espressione iniziale di disturbi che coinvolgono il sistema nervoso o le strutture meccaniche del polso e del braccio. Prima di comprenderne le possibili origini è importante ricordare che la sensazione di intorpidimento, perdita di sensibilità o “addormentamento” delle dita non dovrebbe essere ignorata quando si ripete con frequenza. Ecco tutto ciò che c’è da sapere, come spiegato dall’esperto a GruppoSanDonato.it.
Perché accade
Il Dottor Pegoli riferisce che la comparsa di formicolio notturno o mattutino è spesso legata a una compressione dei nervi che trasportano sensazioni e comandi motori tra cervello e mano. Tale schiacciamento può avere origini differenti. Tra le cause citate rientrano le ernie cervicali, che comprimono le radici nervose in uscita dal midollo spinale, le cisti sinoviali al polso, che possono occupare spazio e premere sui nervi circostanti, posture scorrette mantenute durante la giornata o nel sonno, lavori ripetitivi o sforzi continui che sovraccaricano tendini e polso, come la digitazione prolungata alla tastiera. La causa più frequente resta però la sindrome del tunnel carpale, la quale si manifesta soprattutto quando a perdere sensibilità sono pollice, indice, medio e parte dell’anulare. Pegoli spiega inoltre che il disturbo peggiora spesso la notte: la posizione supina favorisce una stasi di liquidi che aumenta la pressione sui nervi e, appunto, questo tipo di formicolii.
Quando preoccuparsi
Il medico sottolinea che chiunque può sviluppare una compressione nervosa, soprattutto se svolge lavori manuali intensi, ma alcune categorie (come le donne oltre i 40 anni) risultano più predisposte alla sindrome del tunnel carpale. Pegoli raccomanda di rivolgersi al medico quando il formicolio si presenta con continuità o progressione, perché un nervo compresso troppo a lungo può degenerare, perdere vascolarizzazione e portare a deficit permanenti di sensibilità e forza. Per una diagnosi accurata lo specialista esegue visita ed esame obiettivo e può prescrivere un’elettromiografia. Questo esame valuta la conduzione nervosa con elettrodi superficiali e l’attività muscolare con elettrodi ad ago, in modo da misurare con precisione il grado di sofferenza del nervo.
Come intervenire
Per quanto riguarda i rimedi, Pegoli spiega che la gestione varia in base alla causa scatenante. Talvolta è possibile migliorare i sintomi adottando misure pratiche: scegliere materasso e cuscino che sostengano correttamente la colonna, evitare di dormire con mani sotto il cuscino, polsi piegati o braccia sollevate e ridurre le attività che sovraccaricano il polso. Nelle fasi iniziali può essere utile una terapia conservativa che comprende l’uso di un tutore notturno personalizzato per mantenere il polso in posizione neutra, farmaci neurotrofici per supportare la funzionalità nervosa e trattamenti fisioterapici mirati anche al controllo del dolore. Quando le terapie non sono sufficienti, si può ricorrere alla chirurgia: per le ernie cervicali esistono approcci anteriori o posteriori, anche con tecniche microchirurgiche endoscopiche che non richiedono immobilizzazione e consentono una rapida dimissione. Per il tunnel carpale, infine, una procedura endoscopica attraverso una mini-incisione di circa 5 mm permette di liberare il nervo con anestesia locale e senza punti, consentendo al paziente di muovere la mano già nell’arco della stessa giornata e di tornare a guidare dal giorno successivo.
Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.