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Grasso viscerale, la dottoressa Cristina Robba spiega perché è pericoloso per la salute e le strategie per eliminarlo

Che cos'è il grasso viscerale, perchè è pericoloso per la salute e quali sono le strategie per ridurlo o eliminarlo in modo efficace

Grasso viscerale, la dottoressa Cristina Robba spiega perché è pericoloso per la salute e le strategie per eliminarlo

Grasso viscerale e informazioni importanti sulla sua pericolosità e sulle strategie per eliminarlo

Il grasso viscerale è una forma di tessuto adiposo che circonda gli organi interni della cavità addominale, come il fegato e l’intestino. A differenza del grasso “normale”, ovvero di quello sottocutaneo, il grasso viscerale può costituire un rischio per la salute, in quanto sale la probabilità di sviluppare patologie cardiovascolari e infiammazioni a lungo termine. Ecco come identificarlo e quali strategie adottare per prevenirlo o ridurlo con il supporto della dottoressa Cristina Robba, nefrologa e responsabile dell’Ambulatorio di Nutrizione Clinica presso il Policlinico San Marco, è quanto riportato da ilgrupposandonato.it.

Cos’è il grasso viscerale

Secondo l’esperta, il termine grasso viscerale si riferisce a una tipologia di tessuto adiposo definito ‘ectopica’, ossia localizzato al di fuori dei normali tessuti preposti all’accumulo di grasso, come quello sottocutaneo, ma in aree più interne. Si trova intorno agli organi interni, come fegato e intestino, e può trovarsi anche attorno al cuore, come evidenzia la dottoressa Robba, che continua dicendo che si tratta quindi di un grasso che può essere considerato disfunzionale. A differenza del grasso sottocutaneo, che è sostanzialmente inattivo, il grasso viscerale:

– possiede un’attività metabolica;

– può influenzare negativamente la salute.

Perché è pericoloso per la salute

Il grasso viscerale presenta caratteristiche sia morfologiche che funzionali, differenti rispetto al tessuto adiposo sottocutaneo, che lo rende una minaccia per l’organismo. Gli adipociti che lo formano sono, infatti, di dimensioni più piccole rispetto a quelli sottocutanei e sono specialmente più “reattivi” dal punto di vista metabolico, quindi possono modificare il metabolismo e favorire l’insorgere di diverse patologie croniche. Il grasso viscerale svolge diversi ruoli:

– genera sostanze infiammatorie. Questo tipo di grasso emette citochine pro-infiammatorie che innescano un’infiammazione cronica di bassa intensità, associata all’insorgenza di patologie cardiache, insulino-resistenza e diabete di tipo 2;

– modifica il metabolismo di glucosio e lipidi. Gli adipociti del grasso viscerale sono dotati di una potenza “lipolitica” maggiore. Di conseguenza, si verifica un eccesso di acidi grassi liberi nel flusso sanguigno, stimolando la gluconeogenesi nel fegato (ossia la produzione di glucosio) aggravando così l’iperinsulinemia e l’insulino-resistenza;

– favorisce l’aterosclerosi. Aumenta i livelli di colesterolo LDL e trigliceridi nel sangue, riduce il colesterolo “buono” (HDL), e contribuisce all’insorgere di placche nelle arterie, aumentando i rischi di infarti e ictus.

Secondo la dottoressa Robba, è essenziale mettere in evidenza che l’incremento del grasso viscerale porta a un forte aumento del rischio cardiovascolare a prescindere dalla quantità totale di tessuto adiposo in un individuo. La specialista avverte che questo significa che anche una persona che sembra magra, ma presenta accumuli di grasso viscerale, può trovarsi in pericolo”.

Le strategie per ridurre il grasso viscerale in modo efficace

Negli anni recenti, sono state rese note varie strategie terapeutiche per abbassare il grasso viscerale e, di conseguenza, il rischio legato al metabolismo cardiaco. Queste includono:

– la nutrizione (dieta mediterranea o dieta chetogenica con o senza pasti sostitutivi);

– la dieta chetogenica con o senza pasti sostitutivi;

– l’esercizio fisico;

– il trattamento farmacologico dell’obesità.

Alimentazione equilibrata – Il ruolo dell’alimentazione

Un’alimentazione bilanciata rappresenta il primo passo necessario non solo per prevenire, ma anche per ridurre il grasso viscerale e di conseguenza il rischio di malattie cardiovascolari. L’esperta spiega che per quanto concerne il grasso viscerale, la dieta riveste un ruolo terapeutico. In particolare deve:

– essere ricca di fibre e di alimenti a basso indice glicemico;

– includere una quantità sufficiente di frutta e verdura;

– essere priva di cibi lavorati;

– essere accompagnata da una riduzione nel consumo di bevande alcoliche.

La specialista consiglia che insieme a una dieta equilibrata, anche smettere di fumare, mantenere un buon ciclo sonno-veglia e ridurre lo stress generale sono tutte misure preventive e migliorative che possono influenzare positivamente il rischio cardiovascolare legato all’accumulo di grasso viscerale.

Attività fisica mirata

Una dieta equilibrata dovrebbe essere accompagnata da un’adeguata quantità di esercizio fisico. La dottoressa Robba sottolinea l’importanza dell’attività fisica, ritenendola un elemento chiave per la salute del metabolismo e per la diminuzione del grasso intorno agli organi. E’ particolarmente raccomandato impegnarsi in attività aerobiche di intensità moderata o elevata, come la camminata veloce, il ciclismo, la corsa o il nuoto, per un totale di almeno 150-300 minuti settimanali. Inoltre, è importante includere esercizi per il rafforzamento muscolare, come sollevamento pesi o esercizi a corpo libero, almeno due volte alla settimana. Secondo studi scientifici, questa combinazione risulta più efficace nell’abbassare il grasso viscerale rispetto a praticare solo esercizi aerobici o a seguire solamente una dieta.

L’approccio farmacologico in caso di sovrappeso o obesità

In presenza di un importante sovrappeso e/o obesità, insieme alla dieta, è possibile da qualche tempo utilizzare un ulteriore aiuto fornito dai cosiddetti “medicinali contro l’obesità”, che non solo agevolano la diminuzione del peso, e quindi anche del grasso addominale, ma sembrano offrire una protezione rispetto ai problemi legati al cuore. La dottoressa Robba afferma che al momento, la terapia farmacologica si basa principalmente su 2 sostanze:

– la semaglutide, un attivatore del Glucagon like Peptide 1;

– la tirzepatide, che funge da attivatore sia per il recettore GLP-1 sia per il GIP (peptide inibitore della gastrite).

L’esperta sottolinea che questi due medicinali possono certamente rappresentare un utile supporto in diversi casi, tuttavia è molto importante che vengano prescritti da uno specialista dopo un’attenta valutazione delle condizioni cliniche del paziente e d eventuali controindicazioni al farmaco.

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Carmine Orlando

Classe 1971, da oltre un decennio svolgo il lavoro di redattore web. Ho collaborato con molti siti ed essendo una persona poliedrica mi sono occupato di svariati argomenti, dall'astrologia alla salute, dalla politica al fisco, dalla tv allo sport. Ma mi diletto anche nella stesura di articoli di terremoti, astronomia, cronaca, tecnologie e lotterie. Adoro scrivere ma anche leggere.

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