
Ecco quali sono i segnali spia che non si devono mai trascurare e che possono precedere eventi cardiovascolari nefasti
Da sempre ictus e infarti sono considerati dei killer silenziosi perché quando si manifestano non lasciano scampo e sono ritenuti imprevedibili. Si tratta di una convinzione che è stata smentita da un recente studio condotto dalla Northwestern Medicine e dalla Yonsei University in Corea del Sud. Sono stati scoperti con una certa attendibilità dei sintomi premonitori che possono essere considerate spie di un imminente evento cardiovascolare.
Come è stato condotto lo studio
Lo studio in questione è stato condotto passando al setaccio le cartelle cliniche di 9 milioni di adulti in Corea del sud e 7.000 pazienti negli Stati Uniti per un periodo di oltre 10 anni. Quello che si è dedotto è che nella quasi totalità dei casi tutti gli eventi di questo genere danno dei segni premonitori o degli avvertimenti. Per effettuare questa analisi sono stati impiegati i valori di salute cardiovascolare ideali stabiliti in modo perentorio dall’American Heart Association. La ricerca si è concentrata sui quattro fattori che principalmente causano malattie cardiovascolari come il fumo, la glicemia alta, il colesterolo elevato e la pressione arteriosa elevata.
Cosa si è scoperto
I valori base che sono stati tenuti in considerazione sono la pressione sistolica superiore a 120, quella diastolica pari a 80,il il colesterolo totale sopra i 200 mg/dl, il vizio del fumo e la glicemia a digiuno sopra i 100 mg/dl. I dati sono stati passati al setaccio considerando poi un secondo livello di soglie che prevedono la pressione alta sopra i 140 e una minima sopra i 90, il colesterolo sopra i 240 mg/dl e la glicemia superiore ai 125 mg/ dl. Tra i soggetti testati sono stati poi analizzati quelli che nel corso degli anni hanno avuto un evento cardiovascolare infausto come un ictus, un infarto o episodi di insufficienza cardiaca.
Conclusione
L’esito dell’esame ha evidenziato come il 99%, avevano almeno un valore non ottimale tra quelli analizzati e oltre il 93% presentava diversi fattori di rischio superiori o pari a 2. Nella quasi totalità dei pazienti l’ipertensione ha rappresentato l’elemento più comune. Questo studio rafforza la tesi che i valori pressori vanno tenuti strettamente in considerazione come fattore di rischio determinanti per lo sviluppo di problemi di natura cardiovascolare, soprattutto in età avanzata.
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