Influenza, come si manifesta la variante K e come riconoscerla dai sintomi. I consigli degli esperti

L’influenza costringe a letto migliaia di italiani già all’inizio dell’inverno: tutto ciò che c’è da sapere sul virus

L’influenza ha iniziato a colpire con forza e sta già costringendo a letto centinaia di migliaia di italiani, segnando una partenza anticipata e intensa della stagione invernale. I dati di sorveglianza mostrano un aumento rapido dei casi, soprattutto tra i bambini molto piccoli, mentre alcune regioni registrano numeri più elevati rispetto alla media nazionale. A preoccupare gli esperti è la sottovariante K del virus influenzale A/H3N2, destinata a diventare quella dominante nella stagione 2025/26. Non si tratta di un virus completamente nuovo ma di una mutazione stagionale che trova una popolazione in parte poco protetta. La variante K è riconoscibile attraverso una serie di sintomi, riportati da Today.it.

I sintomi

La sottovariante K provoca manifestazioni molto simili a quelle dell’influenza tradizionale ma spesso più intense e prolungate. La febbre tende a essere elevata e accompagnata da una stanchezza marcata che rende difficili anche le attività quotidiane più semplici. Dolori muscolari e articolari sono frequenti e possono essere associati a brividi e mal di testa persistente. A livello delle vie respiratorie compaiono mal di gola, tosse secca e una congestione nasale importante, con naso chiuso o che cola per diversi giorni. Nei bambini, più che negli adulti, possono presentarsi anche disturbi gastrointestinali come vomito o diarrea. L’esordio è spesso improvviso e più aggressivo rispetto a un comune raffreddore, che invece evolve in modo graduale e con sintomi generalmente più lievi.

I consigli degli esperti

Secondo i medici riconoscere tempestivamente l’influenza è fondamentale per ridurre il rischio di complicazioni e di ulteriori contagi. Gli specialisti ricordano che raffreddore e influenza sono causati da virus diversi ma si trasmettono in modo simile attraverso goccioline respiratorie e superfici contaminate. È possibile, inoltre, contrarre più infezioni contemporaneamente con un maggiore stress per il sistema immunitario. Per questo è importante prestare attenzione all’insorgenza improvvisa di febbre alta, dolori diffusi e spossatezza intensa, segnali più tipici dell’influenza rispetto al raffreddore. In presenza di sintomi importanti, soprattutto nei soggetti fragili, è consigliato contattare il medico di base senza attendere. Gli esperti ribadiscono anche il ruolo centrale della vaccinazione antinfluenzale, aggiornata ogni anno sui ceppi in circolazione, come strumento chiave per prevenire le forme più severe e i ricoveri.

Cosa fare in caso di contagio

In caso di influenza o sospetto contagio da variante K, il primo accorgimento è rallentare e concedersi il giusto riposo, evitando di uscire e di esporsi a ulteriori sforzi. Rimanere a casa aiuta la guarigione e riduce il rischio di trasmettere il virus ad altre persone, in particolare a bambini, anziani e soggetti fragili. È importante idratarsi adeguatamente, seguire un’alimentazione leggera e assumere farmaci solo su indicazione medica per controllare febbre e dolori. Arieggiare spesso gli ambienti, lavarsi frequentemente le mani e coprire bocca e naso quando si tossisce o starnutisce restano misure semplici ma efficaci. In presenza di sintomi che peggiorano o non migliorano dopo alcuni giorni, soprattutto se compaiono difficoltà respiratorie, è fondamentale rivolgersi tempestivamente al medico per una valutazione approfondita.