Super influenza all’assalto a Natale?
La Super influenza è in procinto di colpire a Natale? La variante K cattura l’attenzione nelle giornate che precedono le festività. La sospesione delle lezioni, tenendo conto della diffusione dei virus tra i giovanio di 5-14 anni, potrebbe limitare la propagazione. Tuttavia, i pranzi e i cenoni possono trasformarsi in momenti di contagio. E’ quanto riporta l’Adnkronos.
Ci si deve allarmare per la ‘superflu’?
Gianni Rezza, professore straordinario di Igiene e Sanità pubblica all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano, spiega all’Adnkronos Salute che in realtà la variante K non appare più minacciosa rispetto alle sue precedenti. Qual è dunque la novità in mezzo a tutto questo baccano? Beh, quando avvengono delle variazioni nel corso della stagione dell’influenza, come è successo in Australia, la curva epidemica tende a dilatarsi a causa di un incremento della popolazione vulnerabile, chiarisce l’esperto, aggiungendo che successivamente, quando il virus, con poche modifiche, comincia a diffondersi nell’emisfero settentrionale, lo fa in modo più rapido, soprattutto tra i bambini di età inferiore ai 4 anni. E dice ancora che di conseguenza, aumenta il rischio di infezione anche per gli anziani, che sono maggiormente esposti a complicazioni.
L’aumento dei casi non sorprende
Rezza afferma che come era da aspettarsi, i casi di infezioni respiratorie acute stanno aumentando in questo periodo. Tra questi, quelli causati dai virus influenzali sono ormai nettamente i più comuni, con una particolare prevalenza dell’H3N2. L’esperto continua, asserendo che la variante K sembra trovi origine da alcune mutazioni di questo ceppo virale, e che stia dominando. Tuttavia, l’andamento dei casi appare molto simile a quello della stagione 2023-24; pertanto, nonostante l’ampliamento dei criteri per definire un caso (fino all’anno scorso si consideravano solo i casi con febbre), non si osserva né un’improvvisa anticipazione come avvenuto nella stagione 2022-23 (con un picco basso ma che si è presentato a metà dicembre) né un andamento anomalo della curva epidemica, come invece accaduto quest’anno in Inghilterra e Giappone. Rezza sottolinea che se la curva seguisse il modello di quella di due anni fa, potremmo attenderci un picco verso la fine dell’anno, e non come lo scorso anno a fine gennaio. “Ma ciò, purtroppo non è prevedibile, in quanto dipende da come e per quanto tempo crescerà il numero dei casi“.
Il vero problema
Rezza spiega che anche dopo il massimo, la curva potrebbe mantenersi relativamente alta per un periodo di tempo variabile. La vera questione sorge quando le mutazioni rendono il vaccino meno efficace, poiché, in tal caso, i grandi anziani e le persone vulnerabili possono ammalarsi, provocando un incremento dei casi gravi e quindi un sovraccarico delle strutture sanitarie. Per questa ragione, continua a spiegare Rezza, oltre a vaccinare gli anziani, non possiamo aspettarci un’alta efficacia del vaccino contro la variante K (secondo i dati britannici, questo vaccino proteggerebbe gli anziani da malattie in poco meno della metà dei casi, il che è comunque un buon risultato, ma potrebbe anche diminuire il rischio di casi gravi), è opportuno proteggerli con maggiore attenzione, ad esempio evitando di esporli al contagio nel caso di febbre e sintomi respiratori.
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