
Cos’è l’ipertiroidismo
L’ipertiroidismo è una condizione nella quale vi è un eccesso di ormoni tiroidei liberi nel flusso sanguigno (T4 o tiroxina e T3 o triiodotironina), causato da un’iperattività della ghiandola tiroide. Questa malattia è alquanto comune e si presenta sia negli uomini che nelle donne, con sintomi che variano e influenzano i processi biologici del corpo, poiché gli ormoni tiroidei ricoprono un ruolo fondamentale nel regolare il metabolismo basale, la frequenza cardiaca, la temperatura corporea e il peso. Quali segnali si possono riscontrare, quali sono le forme più comuni di ipertiroidismo e quali metodi vengono utilizzati per la diagnosi, ilgrupposandonato.it ne ha parlato con il professor Andrea Giustina, responsabile dell’Unità di Endocrinologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, che è anche professore ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, dove svolge anche il ruolo di prorettore. Inoltre, il professore è Presidente della European Society of Endocrinology e fa parte del Consiglio Superiore di Sanità.
Ipertiroidismo, le cause
Le patologie in grado di provocare un innalzamento dei livelli di ormoni tiroidei nel sangue sono molteplici: il morbo di Basedow-Graves è tra le più comuni, ma può essere attivato anche da malattie infiammatorie che interessano la tiroide.
Il morbo di Basedow-Graves
La causa più comune di ipertiroidismo è il Morbo di Basedow-Graves, noto come gozzo tossico diffuso o ipertiroidismo di natura autoimmune. Questa condizione colpisce in modo prevalente le donne (con un rapporto di 10 a 1 rispetto agli uomini) in età fertile, principalmente tra i 20 e i 40 anni. Il suddetto morbo fa parte della categoria delle malattie autoimmuni ed è contraddistinto dalla produzione di anticorpi contro il recettore del TSH, noti TRAb, che inducono la tiroide a generare una quantità eccessiva di ormoni tiroidei, causando un ingrossamento della ghiandola, comunemente chiamato gozzo.
Il morbo di Plummer
Un’altra causa frequente di ipertiroidismo nella pratica clinica è rappresentata dal morbo di Plummer, conosciuto anche come gozzo tossico nodulare o adenoma tossico della tiroide. Colpisce sia uomini che donne nella fascia di età tra i 50 e i 60 anni, portando alla formazione di un nodulo che stimola un’eccessiva produzione di ormoni tiroidei.
Il gozzo tossico multinodulare
Il gozzo tossico multinodulare rappresenta un’altra causa di ipertiroidismo che ha la tendenza a colpire maggiormente le donne (con un rapporto di 3 a 1 rispetto agli uomini) sopra i 60-70 anni. Questa condizione si manifesta con la formazione di molteplici noduli che producono troppi ormoni tiroidei, comportando un incremento delle dimensioni della tiroide. Di frequente, questa condizione è l’evoluzione di un gozzo preesistente che si palesa in età avanzata.
Per individuare correttamente un’ernia iatale, il primo passo è una radiografia del tratto digestivo superiore con mezzo di contrasto, che mostra in tempo reale il passaggio del cibo. A supporto, si può eseguire una gastroscopia per valutare lo stato della mucosa e le dimensioni dell’ernia, oppure una TAC per comprendere i rapporti tra stomaco e torace. Solo in alcuni casi particolari si richiedono esami funzionali come la manometria esofagea o la pH-impedenzometria, soprattutto se si ipotizza un intervento chirurgico per il trattamento del reflusso. Le ernie iatali si distinguono in diverse tipologie, da quelle da scivolamento alle forme miste, che possono diventare molto voluminose e complesse da gestire senza un’adeguata valutazione specialistica.
I sintomi dell’ipertiroidismo
Una presenza eccessiva di ormoni tiroidei nel sangue provoca sintomi caratteristici derivanti da una produzione eccessiva di energia, che porta a:
– alti livelli di zucchero nel sangue;
– perdita di peso nonostante un maggiore appetito;
– sudorazione e sensibilità elevata al caldo;
– diminuzione del colesterolo nel sangue;
– ritrazione della palpebra superiore.
A livello cardiaco, possono manifestarsi tachicardia anche a riposo, con possibilità di aritmie e ipertensione sistolica. Infine, sul piano del sistema nervoso si possono notare ansia, agitazione psicomotoria, tremori e insonnia.
Nel morbo di Basedow, si può riscontrare una condizione tipica legata a un processo autoimmune che prende il nome di oftalmopatia basedowiana, in cui si nota, oltre alla retrazione della palpebra superiore, anche un avanzamento dei globi oculari, chiamato esoftalmo.
Diagnosi
In pazienti che mostrano i sintomi clinici descritti in precedenza, è fondamentale eseguire un’analisi del sangue per misurare gli ormoni tiroidei liberi (FT4 e FT3) e il TSH, che è l’ormone prodotto dall’ipofisi e che ha la funzione principale di attivare l’attività della tiroide. In situazioni di ipertiroidismo, i valori di TSH risultano ridotti e non utili. Infatti, il TSH è così sensibile alle variazioni degli ormoni tiroidei che, in alcune circostanze, può risultare basso anche quando i livelli di ormoni tiroidei sono normali: in questo caso si fa riferimento all’ipertiroidismo subclinico. Se si sospetta un morbo di Basedow, è consigliabile effettuare il dosaggio degli TRAb, gli anticorpi creati contro il recettore del TSH, che sono utili sia per la diagnosi che per monitorare l’evoluzione della malattia. Da un punto di vista diagnostico, l’ecografia tiroidea e la scintigrafia della tiroide sono strumenti preziosi per il medico al fine di confermare la diagnosi.
Classe 1971, da oltre un decennio svolgo il lavoro di redattore web. Ho collaborato con molti siti ed essendo una persona poliedrica mi sono occupato di svariati argomenti, dall'astrologia alla salute, dalla politica al fisco, dalla tv allo sport. Ma mi diletto anche nella stesura di articoli di terremoti, astronomia, cronaca, tecnologie e lotterie. Adoro scrivere ma anche leggere.