Il mal di testa
Quando si parla di mal di testa, ci si riferisce a un disturbo assai comune, che può essere legato a varie condizioni: può rappresentare un segnale di altre patologie o costituire la malattia in sé. Il mal di testa si avverte nella zona cranica e può palesarsi con intensità variabile, presentandosi sia in modo costante che sporadico, cronico oppure occasionale, e può essere accompagnato da nausea, vomito e sensibilità eccessiva a suoni e luce. Il mal di testa può essere associato a malattie complesse come patologie cerebrali, tumori al cervello, glaucoma e meningite, così come a forme comuni come l’influenza e lo stress. Alcuni tipi di mal di testa possono essere sia la malattia che il sintomo di essa: ad esempio, in situazione di emicrania, cefalea a grappolo e cefalea tensiva. Spesso, il mal di testa è legato a problemi muscolo-scheletrici delle prime vertebre cervicali del collo: la cervicalgia, che risulta problematico anche per i muscoli e i nervi dell’intera area. E’ quanto riportato da Humanitas.it che esplora il legame tra mal di testa e cervicalgia con il dottor Vincenzo Tullo, specialista in neurologia presso Humanitas.
Mal di testa da cervicale: qual è la causa
Definiamo il mal di testa cervicale, come una condizione legata a un problema nella parte alta del collo, in particolare nelle prime tre vertebre. La cervicalgia può essere provocata da differenti cause, come traumi, strappi muscolari o contratture, oltre a posture errate e tensione fisica o mentale. Le condizioni che si collegano al mal di testa cervicale includono artriti, artrosi ed ernie discali. Il mal di testa cervicale può anche manifestarsi a causa del bruxismo (il digrignare i denti in modo involontario, spesso durante la notte) e di un cattivo allineamento dei denti. Quando le arcate dentali si toccano in punti inadeguati, il dolore risultante può colpire sia la testa che il collo, propagandosi da una zona all’altra.
I sintomi del mal di testa da cervicale: rigidità e cefalea
La cervicalgia colpisce soprattutto la zona del collo, che sembra rigida e tesa; di conseguenza, il paziente si trova di frequente a non riuscire a compiere alcuni movimenti con il collo e la testa. A questa situazione è associato un dolore che può risultare anche continuo e duraturo. Se il problema cervicale coinvolge le prime tre vertebre, si presenta il mal di testa cervicale, noto anche come cefalea cervicogenica. Il dolore da cefalea si localizza nella regione occipitale e fronto-temporale, in particolare ai lati della testa, ma può diffondersi fino alla fronte e, seppure in rari casi, interessare orecchie, lingua e gola. Questo tipo di mal di testa ha un’intensità moderata e il dolore può presentarsi in varie forme, potendo essere percepito come pulsante, opprimente o continuo. Il fastidio tende ad aumentare con i movimenti del collo e in presenza di posizioni scorrette. Di solito, la cefalea si manifesta durante le prime ore del giorno e si intensifica con il passare del tempo. Spesso colpisce solo un lato della testa, ma può anche coinvolgere l’intera area cranica. Quando la cervicalgia si manifesta al di sotto della terza vertebra cervicale, invece, il dolore non supera la zona occipitale e quindi non può essere correlato a cefalea (ad esempio, un’ernia del disco C5-C6 non causerà mal di testa nel paziente).
Cefalea da cervicale: quali possibilità di cura
La diagnosi per comprendere le cause della cefalea e differenziarla da altre forme di mal di testa viene eseguita da un esperto, il quale, oltre a condurre un’analisi clinica attraverso la raccolta di informazioni e un’osservazione diretta del paziente, utilizza vari esami diagnostici. I test più frequenti in questo ambito includono radiografie, tomografie computerizzate, risonanza magnetica ed elettromiografie. Dopo aver identificato il mal di testa di origine cervicale, il medico può stabilire un piano di cura che varierà a seconda del fattore scatenante della cefalea. La terapia iniziale e meno invasiva è quella fisioterapica: la fisioterapia è particolarmente utile per correggere eventuali squilibri posturali e, una volta che i segni clinici iniziano a ridursi, ripristinare la funzionalità della zona interessata dal problema. Il percorso fisioterapico può includere esercizi di allungamento e potenziamento muscolare, massaggi e tecniche di manipolazione. Inoltre, il paziente potrebbe essere sottoposto a trattamenti come l’ossigeno-ozono terapia, l’agopuntura e la terapia gnatologica. Qualora la cefalea fosse di natura infiammatoria o dovuta a patologie come ernie e artriti, potrebbe essere appropriato somministrare farmaci (antinfiammatori, corticosteroidi, miorilassanti, neuromodulatori e anestetici locali). Nel caso in cui la cefalea sia associata a problemi più gravi (ad esempio un’ernia cervicale), potrebbe rendersi necessaria un intervento chirurgico.
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