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Meningiomi, il professor Pietro Mortini spiega quali sono i sintomi più comuni e come diagnosticarli

Meningiomi, il professor Pietro Mortini spiega cos'è, quali sono i sintomi più comuni, come diagnosticarli e i fattori di rischio

Meningiomi, il professor Pietro Mortini spiega quali sono i sintomi più comuni e come diagnosticarli
Foto Wikimedia Commons

Cos’è il meningioma e la classificazione

Come riporta ilgrupposandonato.it, il professore Pietro Mortini primario dell’Unità di Neurochirurgia e Radiochirurgia Stereotassica all’IRCCS Ospedale San Raffaele e professore ordinario di Neurochirurgia all’Università Vita-Salute San Raffaele, spiega che il meningioma è un tumore che si forma dalle cellule aracnoidee che si trovano nelle meningi, principalmente nelle dura madre, che rappresenta la membrana più esterna. Queste neoplasie possono rimanere prive di sintomi per anni, finché non arrivano a raggiungere tali grandezze da comprimere le strutture cerebrali vicine. Solitamente, i meningiomi non sono tumori maligni ma crescono lentamente, anche se raramente possono comportarsi in maniera aggressiva e invadere i tessuti nervosi circostanti. Istologiccamente parlando, i meningiomi sono classificati dall’OMS in tre categorie principali:

grado I (benigno): rappresenta circa l’80% dei casi ed è contraddistinto da una crescita lenta e da una bassa possibilità di ripresentarsi;

grado II (atipico): è circa il 15-205 dei casi. La sua crescita è più veloce rispetto ai tumori benigni e presenta un rischio maggiore di ripresa;

grado III (maligno o anaplastico): costituisce il 3% dei casi e si distingue per la sua crescita aggressiva e una prognosi più sfavorevole.

I fattori di rischio

Le ragioni precise per cui si sviluppano i meningiomi non sono completamente chiare, ma sono stati identificati vari fattori di rischio. Tra questi si possono elencare:

fattori ereditari: comprese le mutazioni nei geni NF1 e NF2;

esposizione a radiazioni: un contatto prolungato o elevato con radiazioni ionizzanti aumenta le probabilità di insorgenza di meningiomi;

sesso ed età: i meningiomi si riscontrano spesso nelle donne rispetto agli uomini, con un rapporto di circa 2:1, e si presentano più frequentemente tra i 40 e i 70 anni.

Sintomi del meningioma

Lo specialista spiega che i sintomi legati al meningioma variano specialmente in base alla posizione del tumore e alla sua grandezza. Prosegue dicendo che poiché il meningioma cresce in modo lento, i segnali spesso si manifestano progressivamente e sono influenzati dalla pressione che il tumore crescente esercita sui tessuti vicini. I sintomi più comuni includono:

nausea;

sensazione di debolezza;

mal di testa spesso persistente che non reagisce alle terapie tradizionali;

attacchi convulsivi;

deficit neurologici focalizzati a seconda della localizzazione della patologia: afasia, disfasia, sensitivi, problemi motori, difficoltà visive;

aumento della pressione intracranica, soprattutto per le lesioni che si trovano nella parte posteriore della cavità cranica, con possibili segni come nausea, vomito e diminuzione della coscienza;

cambiamenti cognitivi e comportamentali: problemi di memoria, variazioni dell’umore, apatia o confusione.

Il professor Mortini afferma che è fondamentale notare che alcuni meningiomi, in particolare quelli più piccoli, possono non presentare alcun sintomo e venire scoperti casualmente durante esami radiologici svolti per altri motivi.

Diagnosi ed esami

Diagnosticare un meningioma richiede una valutazione clinica approfondita, seguita da studi di imaging per verificare la presenza del tumore e stabilirne posizione e dimensioni. L’esperto dice che il primo stadio del processo diagnostico prevede un esame neurologico dettagliato per esaminare l’udito, la vista, la forza dei muscoli, i riflessi, le abilità cognitive e la coordinazione.

Qualsiasi anomalia può indicare la presenza di un danno cerebrale, asserisce il professor Mortini. Le indicazioni di imaging sono fondamentali sia per la diagnosi che per la pianificazione terapeutica. Gli strumenti per la diagnosi principali comprendono:

risonanza magnetica (RM): considerata l’indagine di riferimento per diagnosticare un meningioma. Fornisce immagini precise delle strutture cerebrali e consente di analizzare la posizione, le dimensioni e le interazioni del tumore con le aree circostanti. L’impiego di un mezzo di contrasto a base di gadolinio aiuta a mettere in evidenza il tumore. L’Angio RM è particolarmente utile per esaminare i vasi sanguigni e le relazioni vascolari;

tomografia computerizzata (TC): si rivela utile per rilevare la presenza di calcificazioni o alterazioni ossee correlate al meningioma, come l’iperostosi, ossia l’aumento della dimensione dell’osso dove si trova la neoplasia;

angiografia cerebrale: può servire a mappare con esattezza le strutture vascolari (vene e arterie) presenti nell’area interessata dal meningioma.

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Carmine Orlando

Classe 1971, da oltre un decennio svolgo il lavoro di redattore web. Ho collaborato con molti siti ed essendo una persona poliedrica mi sono occupato di svariati argomenti, dall'astrologia alla salute, dalla politica al fisco, dalla tv allo sport. Ma mi diletto anche nella stesura di articoli di terremoti, astronomia, cronaca, tecnologie e lotterie. Adoro scrivere ma anche leggere.

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