
In 12 anni l’Italia ha perso 115 postazione della “prima linea” sanitaria: le statistiche drammatiche di una sanità al collasso
Negli ultimi 12 anni si è registrata una vera e propria “sforbiciata” ai Pronto Soccorso italiani, il cui numero è decresciuto progressivamente e in maniera preoccupante. Si stima che da nord a sud i Pronto soccorso in meno siano stati 112, scendendo dagli 808 del 2011 ai 693 del 2023. Questa statistica disarmante è stata diffusa dall’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica.
I numeri del sovraffollamento
Questi numeri giustificano il sovraffollamento delle strutture di primo soccorso. Nello stesso periodo di tempo sono calati anche gli accessi calati da 363 per mille abitanti a 311. Si tratta di un calo lieve che dimostra ancora come l’emergenza nei Dea degli ospedali sia ancora elevatissima. L’unico dato positivo resta l’aumento degli specialisti in Emergenza Urgenza il cui numero è balzato da 3.033 del 2011 ai 5.217 del 2018 per poi registrare una flessione a 4.748 nel 2023.
Le promesse disattese
La maggior parte delle chiusure sono state registrate in Lombardia dove in dodici anni le strutture di prima linea sono passate da 84 a 76. L’unico dato in controtendenza è quello del Piemonte dove non sono state chiuse strutture ma ne è stata aggiunta una, cioè quella di Cuorgnè, dopo tre anni di chiusura. In poche parole, quel rapido miglioramento promesso dalle istituzioni sul fronte dei Pronto Soccorso, è stato disatteso in pieno e il problema del sovraffollamento sta assumendo sempre più contorni drammatici soprattutto in estate quando sono attese nel nostro paese ondate di turisti che renderanno la situazione ancora più critica soprattutto nelle località di villeggiatura.
La stagione estiva rischia di trasformarsi in un incubo a causa delle ferie
Secondo una recente relazione pubblicata dalla Società italiana di medicina di Emergenza e Urgenza, il personale dei pronto soccorso italiani rimane notevolmente sotto la soglia minima. Con la stagione estiva che a breve raggiungerà l’apice, l’aumento della temperatura e altri fattori gli accessi sono destinati a salire. Va anche tenuto in considerazione il fatto che con le ferie che ridurranno ulteriormente il personale medico e infermieristico, la carenza di organico sarà ancora più evidente e impattante sulla qualità dell’assistenza.
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