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Report smaschera il grave errore dell’AIFA sulla dose del vaccino Moderna

La storica trasmissione di inchiesta condotta da Sigfrido Ranucci, ha svelato alcuni gravi errori commessi dall'AIFA sul vaccino Moderna

Report smaschera il grave errore dell’AIFA sulla dose del vaccino Moderna
Sigfrido Ranucci, il conduttore di Report (foto: youtube)

I servizi andati in onda nel corso della storica trasmissione di inchiesta, hanno svelato la sovrastima dei dosaggi del vaccino Moderna

La trasmissione “Report” andata in onda su Rai Tre nella serata di lunedì 1 novembre 2021, ha smascherato alcune incongruenze relative alla somministrazione della terza dose del vaccino anti-Covid. I servizi andata in onda nel corso della celebre trasmissione di inchiesta di Rai Tre, hanno svelato alcune criticità legate alla gestione della campagna vaccinale, ponendo anche l’accento su alcuni errori che avrebbe commesso l’Aifa, la massima autorità italiana di farmacovigilanza. Da leggere anche Si va verso la proroga dello stato di emergenza

La sovrastima del dosaggio

Secondo quanto ha scoperto l’arguta squadra di redattori di Report, Aifa avrebbe sovrastimato il dosaggio del siero vaccinale. Una dose eccessiva rispetto a quella realmente prevista sia dalla stessa società farmaceutica che dagli enti controllori. Un errore non di poco conto che potrebbe avere, alla lunga, gravi conseguenze sulla salute dei pazienti che si sottoposti al vaccino Moderna. L’errore, secondo quanto emerso dal servizio di Report, sarebbe scaturito da un errore di comunicazione tra Aifa e ministero della Salute.

La carenza di studi scientifici

Un altro servizio andato in onda, sempre durante la stessa puntata di Report, ha evidenziato anche la carenza di studi ufficiali in merito alla quantità degli anticorpi sviluppati nel corso del tempo dagli italiani che si sono sottoposti al vaccino. Un dato fondamentale anche per sottoporsi alla terza dose vaccinale in sicurezza. Si tratta di studi che invece sono stati svolti in maniera approfondita da Israele, divenuto il paese-laboratorio per il vaccino Pfizer, dopo aver concluso dei contratti con la stessa casa farmaceutica americana, quotata in borsa.

Lo scontro fra Biden e FDA

Secondo quanto emerso da un’inchiesta svolta, la Pfizer avrebbe, con largo anticipo, informati i propri investitori sui possibili guadagni potenziali derivanti dalla somministrazione della terza dose di vaccino in una fase in cui gli enti regolatori non avevano ancora deciso di approvare il primo ciclo vaccinale. Un dato che dimostrerebbe come la Pfizer sarebbe già stata a conoscenza della durata limitata della protezione vaccinale. Ulteriori perplessità sono emerse in merito alla somministrazione della terza dose dopo lo “scontro” fra l’amministrazione Biden e la Food and Drug Administration, ente governativo statunitense per la regolamentazione dei prodotti farmaceutici. Joe Biden, infatti, avrebbe preannunciato pubblicamente la somministrazione della terza dose senza aver atteso il via libera da parte degli enti preposti, scavalcando di fatto le deliberazioni della comunità scientifica. Una presa di posizione che ha indispettito l’Fda al punto da comportare le dimissioni di due illustri esponenti, Marion Gruber e Philipp Krause.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

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