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Scoperto un interruttore nel cervello in grado di spegnere il dolore

Cervello e dolore, ecco cosa ha scoperto una equipe di scienziati americana: individuato l'interruttore del cervello che spegne il dolore

Scoperto un interruttore nel cervello in grado di spegnere il dolore
Cervello, ecco l'interessante scoperta sul dolore (Foto: Pixabay)

Ecco la straordinaria scoperta effettuata da un’equipe di scienziati le aree del cervello che si attivano con l’anestesia

Un’equipe di scienziati statunitensi ha scoperto una zona del cervello che funge da interruttore per spegnere il dolore. Sappiamo da tempo che il dolore viene elaborato dal cervello attraverso un numero di siti molto vasto. Si è sempre pensato che la soppressione del dolore richiedesse l’esigenza di colpire tutti quei diversi siti, motivo per cui il dolore cronico è difficile da trattare. Ma ora, dopo aver identificato quello che potrebbe essere il “centro del dolore”, i ricercatori stanno studiando i neuroni specializzati che formano questa rete e che rappresentano “un potenziale potente bersaglio terapeutico per alleviare il dolore cronico“.

Cos’è il dolore per il nostro cervello

Sorprendentemente si è capito che l “interruttore di spegnimento” si trova nell’amigdala, la parte del cervello responsabile di risposte complesse ma primarie, a minacce come il riflesso di lotta o fuga e l’ansia generale. Il dolore è un intenso sistema di allarme del nostro cervello e quindi una parte vitale della nostra segnalazione di difesa. Il dolore ci consente di capire se una parte del nostro corpo sta bruciando, se un organo è infiammato o se un osso si è lesionato. Questa scoperta mette in luce il modo in cui l’anestetico generale serve a produrre analgesia (una perdita di dolore), un processo che è neurologicamente indipendente dal sonno del paziente.

Come è stato condotto lo studio

La scoperta è stata fatta dopo un attento studio condotto sui topi, dotati di un’amigdala centrale relativamente più grande di quella degli esseri umani. I ricercatori pensano che non vi sia motivo di pensare che l’uomo possa essere dotato di un sistema diverso per controllare il dolore. La ricerca è stata condotta dal Dr. Fan Wang che lavorapresso la School of Medicine della Duke University. Lo studio fa seguito a ricerche precedenti che hanno scoperto che l’anestesia generale promuove il sonno ad onde lente attivando il nucleo sopraottico del cervello. I ricercatori hanno anche scoperto che l’anestesia generale attiva un sottoinsieme specifico di neuroni inibitori nell’amigdala centrale, chiamati neuroni CeAga che sono collegati a molte diverse aree del cervello. Una scoperta sorprendente che ha spiazzato gli stessi scienziati.

Cosa si è scoperto

Le risultanze di questo studio hanno evidenziato che quando i topi hanno ricevuto “uno stimolo lieve al dolore” è stato possibile mappare le regioni cerebrali coinvolte nella percezione del dolore. Gli scienziati avrebbero individuato almeno 16 centri cerebrali deputati all’elaborazione degli aspetti sensoriali del dolore. L’attivazione di un nodo chiave che invia naturalmente segnali inibitori a queste regioni di elaborazione del dolore, sarebbe molto importante per la medicina.

I ricercatori hanno usato la luce per attivare una piccola popolazione di cellule nel cervello (una tecnica chiamata optogenetica) e hanno scoperto che “potevano disattivare i comportamenti auto-premurosi che un topo mostra quando si sente a disagio attivando i neuroni CeAga“. Quando queste funzioni vengono disattivate, quando la luce è stata accesa per attivare il centro antidolorofico.

La ricerca in questione ha anche evidenziato come la ketamina a basso dosaggio, un farmaco anestetico che blocca il dolore, funziona proprio attivando il centro CeAga. In altre parole, questo centro del dolore appare vitale per il funzionamento dell’anestesia. La sfida per la scienza in futuro, sarà quella di creare farmaci che possano attivare solo queste cellule per sopprimere il dolore come potenziali futuri antidolorifici.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

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