
La sindrome del colon irritabile si può intercettare attraverso alcuni sintomi: ecco quali, come illustrato dal Dottor Fausto Lella
Il colon è uno degli organi più delicati del nostro corpo: parte finale dell’intestino, essa svolge un ruolo fondamentale nella digestione e nel benessere generale dell’organismo. Quando le sue funzioni si alterano, anche in modo lieve, si possono manifestare disturbi fastidiosi e persistenti. Tra questi c’è la sindrome del colon irritabile (o sindrome dell’intestino irritabile) che rappresenta una delle condizioni più comuni, tanto da interessare circa la metà della popolazione italiana, soprattutto le donne. Se non trattata in modo adeguato essa può diventare cronica e compromettere la qualità della vita. Il Dottor Fausto Lella, responsabile dell’unità operativa di endoscopia digestiva e gastroenterologia del Policlinico “San Pietro” di Bergamo, ha illustrato a Grupposandonato.it i sintomi più frequenti e le modalità con cui questa patologia viene diagnosticata.
I sintomi da riconoscere
Il colon irritabile è un disturbo funzionale dell’apparato gastrointestinale che altera le normali funzioni digestive. Come spiega il dottor Lella, i sintomi più caratteristici comprendono dolori addominali diffusi o localizzati, spesso associati a diarrea, stitichezza o alternanza delle due condizioni. Si possono manifestare anche gonfiore, accumulo di gas e senso di tensione addominale, accompagnati talvolta da nausea, vomito e difficoltà digestive. In alcuni casi il disturbo può interferire anche con la sfera sessuale e urinaria, provocando dolore durante i rapporti o alterazioni nella minzione..
Come avviene la diagnosi
La diagnosi della sindrome dell’intestino irritabile si basa principalmente sull’ascolto del paziente e sulla valutazione accurata della sua storia clinica. “Secondo i Criteri stabiliti a Roma del 2016 – ha spiegato lo scienziato – la diagnosi della sindrome dell’intestino irritabile si basa principalmente sulla storia clinica e sull’anamnesi del paziente, senza bisogno di indagini più invasive“. Ad esempio, la presenza di dolore addominale per almeno un giorno alla settimana negli ultimi tre mesi, associato a cambiamenti nella frequenza o nella consistenza delle feci, è un segnale indicativo della malattia. A seconda dei sintomi prevalenti, si distinguono diverse forme: con predominanza di stipsi, con prevalenza di diarrea, mista o non classificabile.
Cause e rimedi
Le origini della sindrome del colon irritabile non sono ancora del tutto chiarite, tuttavia le ricerche più recenti indicano un alterato equilibrio del microbiota intestinale come fattore principale. Il microbiota è l’insieme dei microrganismi “buoni” che vivono nell’intestino e che regolano digestione, assorbimento e difesa immunitaria. Quando questa flora si altera, l’intestino diventa più sensibile e soggetto a infiammazione. Per ridurre i sintomi è essenziale seguire una dieta equilibrata evitando alimenti ricchi di zuccheri fermentabili, detti FODMAP, presenti in legumi, latte, frutta e dolcificanti artificiali. È inoltre utile limitare caffeina, alcolici e bevande eccitanti. L’assunzione di probiotici e il consumo regolare di yogurt naturale aiutano a ripristinare la flora batterica e a migliorare la funzionalità intestinale. Nei casi più gravi, e a seconda del tipo di sintomo prevalente, il medico può prescrivere farmaci antispastici, lassativi o regolatori della motilità intestinale.
Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.