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Una nuova ricerca condanna i dolcificanti: possono nuocere al microbiota

L'uso dei dolcificanti è finito nel mirino dei nutrizionisti negli ultimi anni, a causa degli effetti nocivi sull'apparato digestivo

Una nuova ricerca condanna i dolcificanti: possono nuocere al microbiota
Dolcificanti a zero calorie, ecco cosa si rischia quando si assumono, foto: Pixabay

Ecco perchè i dolcificanti possono mettere a dura prova il nostro microbiota intestinale

I dolcificanti artificiali tornano al centro del dibattito sulla salute. Aspartame, saccarina e simili sembrerebbero interferire sulla digestione, andando ad attaccare la flora batterica. Nonostante siano considerati sicuri, con gli studi effettuati nel corso degli anni, oggi si hanno prove scientifiche di come l’uso di dolcificanti artificiali possa compromettere la flora batterica intestinale. I microrganismi presenti nell’intestino sono fondamentali per l’equilibrio ed il corretto funzionamento metabolico dell’ospite. I batteri comunicano attraverso un sistema chiamato “QS” (“Quorum Sensing”) e gli studi sui dolcificanti artificiali hanno dimostrato proprio come questi elementi compromettano il funzionamento di questo sistema. Da leggere anche Dieta a basso contenuto di carboidrati: secondo una ricerca fa bene al cuore

Cosa ha dimostrato il nuovo studio

L’aspartame e gli altri dolcificanti inibiscono il “QS” e quindi alterano la “comunicazione” dei batteri, influenzando negativamente la funzionalità degli stessi all’interno dell’intestino. Lo studio effettuato recentemente ha dunque aggiunto nuove accuse ai dolcificanti artificiali, oltre a quelle che già condannavano l’aspartame come pericoloso. Gli effetti già noti mostravano come nei ratti si fossero verificati più casi di tumori come le leucemie o i linfomi e tale incidenza aumentava soprattutto se i dolcificanti venivano somministrati a partire dalla vita prenatale e con dosi consentite giornalmente. L’ideale sarebbe evitare di consumare prodotti preparati con edulcoranti e di bandire il sucralosio e l’aspartame.

Cosa fare

Le istituzioni dovrebbero essere le prime ad agire in maniera preventiva, partendo dall’educazione delle famiglie e poi passare a quella dei bambini. Fornendo una buona educazione alimentare sarà più facile evitare patologie metaboliche come il diabete o l’obesità e favorire un’alimentazione consapevole. Conoscere gli effetti a lungo termine relativi al consumo di prodotti industriali realizzati con edulcoranti può aiutare a ridurne o ad eliminarne il consumo. Si consiglia, dunque, di limitare e regolamentare il più possibile alimenti contenenti edulcoranti, in gravidanza, allattamento e con i più piccoli.

I rimedi possibili

La “sugar tax” potrebbe essere una strada percorribile anche se già l’esperimento con l’imposta legata al consumo di alcol è stato piuttosto fallimentare. I consumi sono scesi soltanto quando le persone hanno acquisito la consapevolezza di quanto quei prodotti fossero dannosi. Molto probabilmente, una tassa sugli alimenti zuccherati e, più in generale sullo zucchero, potrebbe addirittura avere l’effetto opposto, incrementando l’uso e il consumo di edulcoranti ed alternative. Questo sposterebbe i rischi legati dallo sviluppo dell’obesità o del diabete verso gli effetti a lungo termine emersi dagli studi sui dolcificanti artificiali. L’unica soluzione possibile, dunque, resta l’educazione familiare e genitoriale, unita a norme aggiornate in base alle evidenze scientifiche raccolte nei vari studi.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

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