Nonostante la campagna vaccinale prosegua a marce forzate gli Usa piombano nuovamente nell’incubo contagi
Nonostante la campagna vaccinale stia marciando a gonfie vele, la situazione dei contagi negli Usa sembra peggiorare di ora in ora come ha confermato anche il massimo esperto di malattie infettive, Anthony Fauci. Dalla fine di marzo la curva dei contagi è tornata a salire vertiginosamente, con punte molto preoccupanti in alcuni stati come New York, Michigan, Florida, Pennsylvania e New Jersey. Fauci non ha nascosto tutta la proprio preoccupazione per un andamento dei contagi che “ha raggiunto negli ultimi giorni un livello inquietante r allarmante“.
I timori di una terza ondata di contagi
Addirittura negli Usa si vocifera già l’ipotesi di una malaugurata terza ondata. “È quasi una corsa tra vaccinare più gente possibile e un nuovo balzo dei contagi peggiore del previsto dagli esperti” sono state le parole pronunciate dall’esperto professore statunitense nel corso di un’intervista rilasciata alla Cnn. Per velocizzare la campagna vaccinale, Fauci ha promesso che entro il 19 aprile tutti gli americani saranno vaccinabili e questo consentirà di ottenere (si spera) risultati migliori in termini di contagi.
I numeri della vaccinazione negli USA
Le dosi di vaccino finora somministrate negli Usa ammontano a 171 milioni di dosi mentre sono 64,4 i milioni di persone immunizzate, cioè il 19,6% della popolazione. L’imperativo categorico è quello di contrastare le varianti che stanno già imperversando in tutto il mondo. “Resistete ancora un po’ è l’appello accorato che Fauci ha lanciato alla popolazione americana. Fauci ha anche ammonito tutti a non “dichiarare prematuramente vittoria”.
Adesso gli Usa potrebbero accelerare il piano vaccinale
I dati preoccupanti potrebbero indurre le istituzioni a modificare il piano vaccinale inviando più dosi nelle zone ”calde’, soprattutto negli stati di New York, Michigan, Florida, Pennsylvania e New Jersey che negli ultimi giorni hanno registrato una preoccupante escalation di contagi. Al momento in questi stati non sono state preannunciate ulteriori restrizioni, anche se non si escludono prese di posizioni forti per arginare i contagi e ridurre la pressione nelle strutture ospedaliere.
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