Questo sito contribuisce alla audience di Il Messaggero

Domenica 17 Marzo
Scarica la nostra app
Segnala

Variante indiana, il vaccino Pfizer è meno efficace: ecco i risultati dello studio pubblicato sul Lancet

Variante indiana e vaccino Pfizer, secondo una ricerca britannica gli effetti del vaccino mRNA sarebbero molto più blandi

Variante indiana, il vaccino Pfizer è meno efficace: ecco i risultati dello studio pubblicato sul Lancet
Coronavirus, terza dose per tutti? "In tal caso apriremo hub vaccinali nelle metro...". Le parole di D'Amato (Foto archivio)

Secondo una ricerca londinese pubblicata sul Lancet, il vaccino Pfizer sarebbe meno efficace nei confronti della variante indiana

Il vaccino Pfizer COVID-19 è altrettanto efficace anche nei confronti della temuta variante indiana? Secondo uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista, Lancet, la risposta sarebbe negativa. Il vaccino mRNA prodotto da Pfizer produce livelli più bassi di anticorpi contro la variante Delta, nota come B.1.617.2 e scoperta in India. Perfino i livelli di anticorpi sembrano essere più bassi nelle persone anziane e diminuire nel tempo, il che potrebbe significare che alcune persone vaccinate dovranno sottoporsi al richiamo nella stagione autunnale. Da leggere anche Coronavirus, impennata di contagi in un comune italiano e nuovo rischio di lockdown

Le dichiarazioni degli esperti

Questo virus sarà probabilmente in circolazione per un po’ di tempo a venire, quindi dobbiamo rimanere agili e vigili” è stato il commento espresso da Emma Wall, PhD, autrice principale dello studio e specialista in malattie infettive presso il Francis Crick Institute di Londra. La priorità al momento è quella di garantire che la protezione del vaccino rimanga abbastanza elevata da evitare nuove pressioni presso le strutture sanitarie. E in tal senso la migliore strategia rimane quella di somministrare rapidamente le seconde dosi.

Come è stato condotto lo studio

Il team di specialisti ha analizzato gli anticorpi nel sangue di 250 persone sane, di età compresa tra 33 e 52 anni, fino a 3 mesi dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino Pfizer COVID-19. Il team ha cercato “anticorpi neutralizzanti” o la capacità degli anticorpi di bloccare l’ingresso del virus nelle cellule. Sono state cinque le varianti testate: il ceppo originale scoperto in Cina, la variante che ha imperversato in Europa nel mese di aprile 2020, la variante B.1.1.7 scoperta nel Regno Unito, la variante B.1.351 rilevata in Sud Africa e la variante indiana denominata B.1.617.2.

I risultati dello studio

Il team ha confrontato le concentrazioni degli anticorpi neutralizzanti tra le varianti. Hanno scoperto che le persone che erano state completamente vaccinate con due dosi di Pfizer avevano anticorpi 6 volte inferiori contro la variante B.1.617.2, 5 volte inferiori contro la variante B.1.351 e 2,6 volte inferiori contro la variante B.1.1.7 variante rispetto al ceppo originario. La risposta anticorpale era ancora più bassa nelle persone che avevano ricevuto una sola dose. Dopo una singola dose di Pfizer, il 79% delle persone aveva anticorpi neutralizzanti contro il ceppo originale, che sono scesi al 50% per la variante B.1.1.7, al 32% per la variante B.1.617.2 e al 25% per la variante B. 1.351.

La nostra newsletter! Ricevi gli aggiornamenti e le ultimissime su Meteo e Scienza via mail!

ISCRIVITI ORA!

Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

SEGUICI SU:

Ultima Ora

Ultima Ora Terremoto