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Virus tornato in vita dopo 48.500 anni: “Potrebbe…”

Gli scienziati hanno scoperto virus molto antichi rimasti congelati ed ora tornati in vita. Ecco cosa potrebbe succedere, tutti i dettagli.

Virus tornato in vita dopo 48.500 anni: “Potrebbe…”
Virus tornato in vita dopo 48.500 anni Potrebbe... (Foto Pixabay)

Virus tornato in vita dopo 48.500 anni: “Potrebbe…”. Ecco di cosa si tratta

Gli scienziati hanno effettuato una nuova scoperta scientifica riguardante i virus, che negli ultimi anni abbiamo imparato a conoscere molto bene, in particolare dopo il Covid-19. I ricercatori hanno scoperto sette tipi di virus rimasti congelati. Erano rimasti sepolti per migliaia di anni nel permafrost siberiano. Gli studiosi li hanno riportati in vita in laboratorio e i virus si sono replicati. Si tratta di un’indagine fondamentale per capire il cambiamento climatico.

Ecco cosa potrebbe succedere

I ghiacci si stanno sciogliendo sempre più rapidamente e gli organismi congelati potrebbero comportarsi in modo imprevedibile e rappresentare una minaccia per la salute pubblica, se conservassero la loro capacità infettiva. L’incremento delle temperature potrebbe causare il risveglio di virus patogeni antichi anche di decide di migliaia di anni. Occorre quindi essere preparati.

Il virus di 48.500 anni

Il virus più vecchio di questi è rimasto congelato per 48.500 anni, ovvero il più antico mai riportato in vita finora. Jean-Michel Claverie dell’Università di Aix-Marseille in Francia, fa sapere che 48.500 anni sono un record mondiale per un virus, come riporta il Corriere.it. Questi virus proviene dal permafrost a 16 metri sotto il fondo di un lago a Yukechi Alas, in Yakutia, in Russia. Si tratta di un pandoravirus, un virus gigante che infetta organismi unicellulari noti come amebe e non può infettare piante o animali.

Il rischio

Il rischio, secondo i ricercatori, è che se gli antichi virus giganti rimangono infettivi dopo essere stati congelati per così tanto tempo, anche altri tipi di virus di mammiferi lo faranno. Eric Delwart dell’Università della California di San Francisco, nel corso di un intervista a NewScientist sostiene che il rischio che un antico virus del permafrost inneschi una pandemia sia molto più basso di quanto possa accadere con i virus circolanti tra animali selvatici e domestici.

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Valerio Fioretti

Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.

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