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Martedì 26 Marzo
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Addio foto sui social? Dopo la Francia anche l’Italia si appresta a prendere la clamorosa decisione: ecco cosa non si potrà più fare

Ecco i semplici consigli diffusi dal Garante della Privacy per evitare la sovraesposizione mediatica del volto dei minori sui social network

Addio foto sui social? Dopo la Francia anche l’Italia si appresta a prendere la clamorosa decisione: ecco cosa non si potrà più fare
Sharenting, anche in Italia potrebbe arrivare la legge che mette fine al fenomeno delle mamme influencer

Anche l’Italia potrebbe seguire ben presto la linea di condotta dei cugini transalpini ponendo un argine all’emergente fenomeno delle mamme influencer

Se in Francia il cosiddetto “sharenting” (la condivisione delle foto dei figli minori sui social) sta per essere messo al bando, in Italia qualcosa inizia muoversi dopo l’iniziativa del Garante della Privacy che ha messo in guardia i genitori dai rischi legati a questo tipo di attività sui social network. Forse anche in Italia la condivisione delle foto dei figli sui social potrebbe finire fuori legge così come anche la possibilità di pubblicare storie su Instagram e Reels. Il garante ha dato dei suggerimenti ai genitori per ridurre al minimo gli eventuali danni che lo “sharenting” potrebbe arrecare ai propri figli. L’abitudine di postare foto, video, ecografie e storie riguardanti i propri figli piccoli è diventata una vera e propria mania per molte madri e molti padri, con il rischio di una sovraesposizione online molto pericolosa.

I rischi per l’immagine e la reputazione online dei propri figli

Secondo il Garante si metterebbe a rischio l’identità digitale del minore e quindi la corretta formazione della sua personalità oltre al rischio piuttosto concreto che questa pratica generi tensioni nel rapporto tra genitori e figli. Si deve riflettere, secondo il Garante della Privacy, sul fatto che “postare foto e video di diversi momenti della vita dei minori, contribuisce a definire l’immagine e la reputazione online”. Postare foto dei figli comporta anche che queste foto vengano poi riprese e riutilizzate anche da malintenzionati perchè sfuggono al nostro controllo. Fra l’altro attraverso le immagini si divulgano informazioni importanti sulle abitudini, gli spostamenti e la geolocalizzazione. Insomma, fornire dettagli sulla loro vita potrebbe avere ripercussioni importanti anche sulla loro personalità e sulla dimensione relazionale.

I consigli del Garante per limitare la sovraesposizione

Per cercare di “limitare i danni”, secondo il Garante, si dovrebbe rendere irriconoscibile il volto del minore, limitare la visibilità solo a persone che si conoscono realmente, evitare la creazione di account col nome dei figli e soprattutto fare tesoro di tutte le informative sulla privacy dei social network su cui carichiamo le fotografie dove vengono riportare regole e consigli preziosi per non commettere pericolosi errori. Proprio la scorsa settimana il parlamento francese ha approvato il disegno di legge promosso dal politico Bruno Studer per garantire ai minori il diritto alla loro immagine. In pratica è stato limitato il diritto dei genitori di poter gestire l’immagine dei propri figli. Seppure pubblicare foto e video divertenti con i nostri figli può apparire una cosa innocua, in realtà dietro la macchina dei social si muove una industria che fa business con i contenuti, le sponsorizzazioni e tutto ciò che può portare dei profitti importanti.

I numeri allarmanti e il triste fenomeno delle mamme influencer

Il rapporto del Children’s Commissioner for England del 2018 stima che oltre il 40% dei genitori pubblica foto o video dei propri figli senza ovviamente chiedere alcun consenso. Il boom delle cosiddette “mamme influencer” ha fatto diventare questo status un vero e proprio lavoro contrattualizzato dalle agenzie di comunicazione. Tante madri fanno quattrini a iosa pubblicando costantemente foto e video che ritraggono le gesta dei propri piccoli figli al solo scopo di fare visualizzazioni e portare all’incasso, ignorando quali sono i reali rischi connessi allo sharenting.

Furti d’identità, adescamenti online e cyberbullismo spesso sono originati proprio dalla sovraesposizione mediatica dei nostri figli. Anche dal punto di vista psicologico si può generare il rischio di sviluppare un Falso Sé anche perchè viene annullata la differenza tra pubblico e privato che invece dovrebbe essere fondamentale per tutelare la nostra personalità.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

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