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Martedì 28 Ottobre
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I terremoti nascondono segnali per prevedere le eruzioni dell’Etna: un nuovo studio dell’INGV svela il metodo

I ricercatori attraverso il monitoraggio del b-value possono ripercorrere tutte le fasi che riguardano la risalita del magma. dalla ricarica del mantello fino all'emersione in superficie

I terremoti nascondono segnali per prevedere le eruzioni dell’Etna: un nuovo studio dell’INGV svela il metodo
Vulcano Etna

Il nuovo metodo potrebbe rivelarsi efficace per sorvegliare le dinamiche dell’Etna nel medio e nel lungo periodo

Secondo una nuova ricerca appena pubblicato dall’Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia i terremoti potrebbero rappresentare un precursore attendibile di una futura eruzione. Tutto ciò tramite un metodo innovativo che tiene in considerazione i cambiamenti del cosiddetto b-value, attraverso i quali è possibile tracciare con precisione i movimenti del magma nella fase di spostamento verso la superficie.

Cosa si è scoperto

Come hanno spiegato gli stessi ricercatori dell’Ingv, nella ricerca pubblicato sulla rivista Science Advances “le variazioni del b-value nel tempo possono anticipare di mesi le anomalie geochimiche legate alla risalita del magma e all’eruzione”. Questo metodo sarebbe stato applicato con successo analizzando dati provenienti dall’Etna. Per giungere a questa conclusione i ricercatori hanno analizzato i dati sismici prodotti negli ultimi 20 anni, da 2005 al 2024, riuscendo attraverso il monitoraggio del b-value, a ripercorrere tutte le fasi che riguardano la risalita del magma. dalla ricarica del mantello fino all’emersione in superficie.

Cos’è il b-value

Se la bontà di questo studio sarà confermata da studi successivi, questo metodo potrebbe rivelarsi efficace per sorvegliare le dinamiche dell’Etna nel medio e nel lungo periodo e prevedere con una certa precisione eventuali eruzioni. Il b-value è sostanzialmente un parametro sismologico che si basa sul rapporto tra terremoti di basse e alta magnitudo che si verificano in determinate regioni della crosta terrestre. In passato questo parametro è stato utilizzato per effettuare altri tipi di analisi, ma adesso si è capito che può essere anche utilizzato per tracciare il movimento del magma all’interno del vulcano. Analizzando con attenzione le variazioni del valore b, questo parametro può diventare un indicatore fondamentale per tracciare la migrazione del magma. I ricercatori hanno capito che quando si verifica un calo dei valori di b nel tempo, a profondità superiori a 10 km sotto il livello del mare, si verifica la ricarica del mantello. Quando questo parametro invece aumenta, avviene il deflusso di magma verso le aree sommitali.

Conclusione

In passato per tracciare i movimenti del magma in profondità, sono stati utilizzati dei sistemi basati sostanzialmente su osservazioni geologiche e dati geofisici e geochimici. In futuro queste analisi potranno essere effettuate anche studiando a fondo i cambiamenti del valore b nei diversi settori crostali. Questo nuovo metodo non solo riuscirà a prevedere le eruzioni dell’Etna, ma consentirà anche di farlo con grande precisione sulle tempistiche in cui questi fenomeni avverranno, grazie ad un corretto tracciamento del movimento del magma all’interno della crosta.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

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