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Sabato 16 Marzo
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Pacemaker, testato il nuovo dispositivo che si ricarica da solo: come funziona

Pacemaker, ecco il nuovo dispositivo già testato sui maiali che potrebbe evitare l'intervento per la sostituzione

Pacemaker, testato il nuovo dispositivo che si ricarica da solo: come funziona
Pacemaker, allo studio un dispositivo autoricaricabile (Foto: Engadget)

In arrivo un nuovo pacemaker autoricaricabile che durerà tutta la vita e non dovrà essere sostituito

I pacemaker svolgono un ruolo vitale nella regolarizzazione dei battiti cardiaci e salvano la vita alle persone che soffrono di gravi aritmie al cuore. In genere, hanno una durata che si limita a circa 15 anni scaduti i quali occorre sostituirlo. Normalmente, come si legge sul sito dell‘Ospedale Niguarda, l’intervento per la sostituzione viene eseguito in regime di day-surgery, con anestesia locale e dura circa 40 minuti.

La sostituzione è sempre un processo fastidioso per chi la subisce ma una nuova speranza nasce da nuovi test che stanno mettendo a punto un pacemaker in grado di autoricaricarsi, come si legge sul sito Focus.it. Da tempo si stanno testando alternative più evolute al pacemaker per regolarizzare i battiti del cuore, e questo dispositivo che è attualmente in fase di sperimentazione può rappresentare un deciso passo in avanti.

Il test condotto sui maiali

Il dispositivo è in fase di test sui maiali, perché il cuore dei suini ha dimensioni analoghe a quello umano e avendo una struttura similare può avvolgere il cuore in modo funzionale. Il pacemaker sperimentato ha corretto l’aritmia del maiale stabilizzando i battiti delle cavie. Come ricorda il sito Focus.it, si tratta di un dispositivo che non può essere equiparato all’attuale pacemaker anche perchè l’ìnstallazione è più complessa e va fatta sempre con un intervento a cuore aperto, molto rischiosa. Sicuramente in futuro verranno testati altri dispositivi meno invasivi e più efficaci. Da tempo si parla dei pacemaker biologici che non necessitano di ricariche o batterie, ma al momento siamo ben lontani da tutto ciò.

Come funziona il cuore

Come si legge sul sito Paginemediche.it, il cuore è formato da due atri e due ventricoli e possiede una sorta di pacemaker naturale (il nodo seno-atriale) formato da cellule specializzate collocate nell’atrio destro. Il nostro pacemaker, produce stimoli elettrici ad intervalli regolari trasmettendoli mediante un apposito percorso al muscolo cardiaco che poi genera le classiche contrazioni cardiache che noi percepiamo come battiti. L’impulso si propaga successivamente al nodo atrio-ventricolare e poi ai ventricoli mediante un sistema di fibre specializzate.

Quando è necessario il pacemaker

Questo sistema così perfetto e meccanico, potrebbe però alterarsi col tempo generando un ritmo irregolare. Il pacemaker ha proprio la funzione di regolare il battito sopperendo alle mancanze organiche. E’ composto da una batteria e un circuito elettronico. In genere viene impiantato quando viene diagnosticata la bradicardia, cioè il battito rallentato e irregolare che causa stanchezza e affaticamento causato da un cuore che pompa poco sangue.

Dopo l’installazione, il paziente può riprendere l’attività lavorativa e fare le stesse cose che faceva prima, facendo però attenzione a non praticare attività che possano traumatizzare la tasca sottocutanea dove è impiantato il dispositivo.

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Biagio Romano

Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.

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