
Previsioni meteo Italia
Corridoio instabile e perturbazioni in serie in transito sulle regioni settentrionali con piogge e temporali anche di forte intensità, Anticiclone africano al sud con sole e caldo estivo. Ecco che l’Italia risulterà spaccata in due durante questa seconda settimana della fase 2 da emergenza da covid-19. Maltempo con piogge, temporali, forti venti e locali grandinate oggi e nei prossimi giorni sulla Liguria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Triveneto,sole e temperate fino a 35°c nei prossimi giorni invece sulla Sicilia, Calabria e Puglia sotto l’effetto dell’anticiclone di natura nord-Africano.
Sciopero benzinai 12-13-14 maggio, si fermano gli impianti sulla rete autostradale: info e orari
Disagi in vista per chi viaggia. I benzinai incrociano le braccia per protesta contro il crollo dei consumi che da tempo li sta costringendo di fatto a lavorare in perdita. Protesta indetta dalle sigle sindacali Cisl e Figisc-Anisa Confcommercio. Lo sciopero durerà 48 ore ed interesserà le aree di servizio della viabilità autostradale. Da stasera, martedì 12, a giovedì 14 maggio, è in programma uno sciopero: gli impianti restano chiusi sulla rete autostradale. I distributori di benzina funzioneranno invece in città e sulle altre strade. Saranno due giorni completi di stop, con la protesta che inizierà alle 22 di oggi e terminerà alle 22 di giovedì: i benzinai lamentano un crollo dei consumi, senza contestuale crollo dei prezzi (che stanno calando ma si mantengono alti a causa delle accise e non solo). Interessati dalla protesta, come si legge su Ilsole24ore.com, gli impianti di distribuzione carburanti della rete autostradale, compresi tangenziali e raccordi. Anche se c’è poca gente in giro e il traffico è ridotto ai minimi termini a causa delle misure di contenimento di contagio da Coronavirus, lo sciopero dei benzinai provocherà non pochi disagi ai cittadini.
Le sigle sindacali attaccano l’atteggiamento del Governo
Gli impianti rimarranno chiusi per denunciare “la condizione di emergenza economica e sanitaria nella quale continuano ad essere lasciate le imprese di gestione”, è quanto si legge in una nota congiunta di Fegica Cisl e Figisc-Anisa Confcommercio. Già a fine marzo si era rischiato un altro sciopero del genere, poi scongiurato in extremis grazie all’intervento di Autorità di Garanzia sugli scioperi e Governo, che si era detto disposto a confrontarsi con i gestori. Le organizzazioni di categoria sono quindi sul piede di guerra: per i sindacati, infatti, l’atteggiamento “indifferente e sordo” del Governo, rispetto agli impegni assunti e rimasti in una lettera morta, è “incomprensibile”.
Sciopero benzinai, secondo l’Ucn l’azione è illegittima
Il tavolo negoziale, stando a quanto riportato, non si riunisce da oltre un mese: “Non è chiudendosi al confronto o sperando che ciascuno se la cavi da sé, con ogni mezzo trovi a sua disposizione, più o meno consentito, che si può contribuire a costruire per il Paese una uscita governata dalla crisi”. La conclusione, quindi, è che protesta e chiusura, in assenza di un cambiamento di rotta del Governo, sono destinate ad estendersi nelle prossime settimane anche al resto della rete distributiva. Il rischio, quindi, è quello che nelle prossime settimane anche tutti gli altri impianti di distribuzione del carburante, e non solo quelli in autostrada, rimangano chiuse. Il Governo al momento non ha convocato le single sindacali, indispettendole ulteriormente. In particolare, l’Unione nazionale dei consumatori considera “sempre sbagliato il non confrontarsi e non voler dialogare con tutte le parti”. Ma la stessa Unc sottolinea come chiudere gli impianti faccia passare i gestori dalla parte del torto, perché “l’azione è illegittima”.
Perché l’azione è illegittima?
Lo sciopero dei benzinai in programma dalle 22 del 12 maggio alle 22 del 14 maggio, secondo il presidente dell Unc Massimiliano Dona, è quindi illegittima perché “viola la regolamentazione del settore adottata dalla Commissione di garanzia, secondo la quale non si possono fare scioperi in caso di avvenimenti eccezionali di particolare gravità come è l’emergenza Coronavirus che sta vivendo il Paese”. Proprio per questo motivo, conclude Dona, il Governo avrebbe dovuto convocarli per tentare la conciliazione, tra l’altro obbligatoria per legge. “Ora a rimetterci saranno, come sempre, i consumatori”.
Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.