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Martedì 12 Marzo
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L’allarme del famoso geologo: “L’Italia si sta spaccando in due, le scosse non sono finite!”

di

centro meteo italiano

Carlo Meletti in un’intervista rilasciata al Messaggero ha affermato che l’Italia si sta letteralmente spaccando in due e dovremmo attuare sistemi di monitoraggio simili a quelli in Giappone

L’allarme del famoso geologo: “L’Italia si sta spaccando in due, le scosse non sono finite!”

L’allarme del famoso geologo: “L’Italia si sta spaccando in due, le scosse non sono finite!” – “L’Italia si sta separando. Una parte dell’Appennino si muove verso l’Adriatico, mentre l’altra resta indietro”. Queste sono le parole del famoso sismologo Carlo Meletti che ha rilasciato un’intervista al Messaggero in cui denuncia tutta la sua preoccupazione per le sorti del Centro Italia. Meletti è il responsabile del Centro di pericolosità sismica dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e ha lasciato intravedere un futuro terribile per il nostro Paese. “L’alta pericolosità sismica della zona appenninica – continua lo scienziato – non è di certo un mistero, ma non possiamo sapere se si siano riattivate altre faglie è qualcosa che non possiamo sapere.[…]

Con le nostre attuali conoscenze, infatti, non siamo in grado di valutare lo stato di una faglia. Sappiamo che prima di un terremoto si crea uno stato di tensione, ma noi ce ne accorgiamo solo quando la roccia si spacca perché non regge più alla deformazione. Attualmente, infatti, non c’è modo di misurare la tensione di una faglia. E né tanto meno di prevedere dove e quando ci sarà un terremoto. Ma qualcosa si sta di certo muovendo. Vista la pericolosità, secondo Meletti ci si deve ispirare ai modelli giapponese e californiano per salvare quante più vite possibile.[…]

“California e Giappone sono diventati paesi guida nell’adozione dei sistemi di allerta rapida. Il più efficiente di questi è in Giappone. Ma è estremamente costoso. Ci vogliono numerosissimi sensori distribuiti per tutto il paese e algoritmi precisi per interpretare questi segnali e inviare i messaggi di allerta” ha concluso il ricercatore.

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