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Giovedì 14 Marzo
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Terremoti, così l’acqua ci avvisa: segnali già diversi giorni prima

centro meteo italiano

Un nuovo studio sui terremoti mostra le variazioni dell’acqua precedenti la scossa di Amatrice del 2016: anomalie nella pressione già 50 giorni prima

Terremoti, così l'acqua ci avvisa

Terremoti, i segnali che arrivano dall’acqua giorni prima – Foto Consiglio Nazionale dei Geologi

Terremoti, il nuovo studio sulle anomalie nell’acqua

I segnali provenienti dall’acqua possono avvisarci sull’arrivo di una scossa di terremoto? Così pare, anche se è ancora presto per dirlo con assoluta certezza. Stando a quanto rivelato da uno studio pubblicato da Gaetano De Luca, Giuseppe Di Carlo e Marco Tallini dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, infatti, l’acqua ha inviato dei “segnali” diversi giorni prima del terremoto del 24 agosto 2016 ad Amatrice.

Le variazioni dell’acqua prima del terremoto: segnale o causa?

In particolare, dal 19 agosto 2016 la pressione dell’acqua aveva iniziato a subire oscillazioni verso il basso, piccole ma numerosissime: addirittura migliaia ogni ora. Un po’ come accade quando un tubo si riempie di bolle d’aria: il sottosuolo stava diventando instabile e stava facendo risalire dei fluidi. L’acqua in questione è quella di un tunnel vicino ai laboratori di fisica che i ricercatori stanno monitorando dal 2015. È da anni che i ricercatori osservano e studiano le variazioni dell’acqua per capire se possano indicare con certezza l’arrivo di a scossa di terremoto: secondo Gaetano De Luca, però, questi movimenti di fluidi potrebbero essere addirittura causa di innesco dei terremoti e non semplici segnali precursori.

Terremoto ad Amatrice, segnali già 50 giorni prima

Per quanto riguarda il sisma di Amatrice, anomalie riguardanti la pressione dell’acqua erano iniziate 40 giorni prima e quelle riguardanti la conducibilità elettrica addirittura 50 giorni prima. Stesse anomalie non si sono verificate però con il sisma di Norcia del 30 ottobre: non è chiaro se perché l’innesco fosse ormai già scattato (e quindi la scossa fosse solo “conseguenza” di quella di Amatrice) o perché l’epicentro fosse troppo lontano dal Gran Sasso.

Come funziona il tunnel sotto il Gran Sasso?

Il tunnel che permette di effettuare questo tipo di analisi si trova sotto il Gran Sasso: è un pozzo orizzontale lungo 190 metri scavato negli anni ’80. L’idea era quella di realizzare nuove sale per gli esperimenti, ma durante gli scavi il tunnel andrò a intaccare una faglia profonda e si riempì d’acqua. Oggi è una sorta di enorme tubo riempito con 3.000 litri d’acqua: al suo ingresso c’è un rubinetto capace di prendere misure venti volte al secondo. Una volta al mese i ricercatori scaricano le misurazioni per poi studiarle al computer.

Importanti accorgimenti

Quindi, sapendo riconoscere determinati segnali che il terreno e soprattutto l’acqua tendono a mandarci nel corso del tempo, possono in parte aiutare a capire un forte terremoto. Ovviamente il momento esatto e l’intensità di un sisma resta sconosciuta. Si sanno invece le aree a maggior rischio e alcuni utili accorgimenti aiutano in parte nel loro studio.

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Biagio Romano

Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.

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