Maurizio Pignone, geologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, spiega cosa può succedere dopo il forte terremoto M 4.0 a Montefredane
Negli ultimi due giorni l’Irpinia è stata interessata da una sequenza sismica che ha generato ben undici scosse, la più intensa delle quali (di magnitudo 4.0) è stata registrata sabato sera nei pressi di Montefredane. Le profondità dell’ipocentro sono state localizzate tra i 14 e i 16 km, considerate moderate ma sufficiente a far percepire i movimenti in una zona piuttosto ampia della Campania, fino al salernitano e all’area vesuviana. Il ricordo del devastante terremoto del 1980, che provocò migliaia di vittime, ha portato molte persone a passare la notte in strada e alla chiusura delle scuole in vari comuni per verifiche strutturali. Il geologo dell’INGV Maurizio Pignone ha spiegato a FanPage.it quali dinamiche sono attualmente in corso e cosa ci si può aspettare nei prossimi giorni.
La faglia che si è attivata
Il geologo ha sottolineato che dagli studi iniziali emerge la presenza di una struttura sismogenetica che si sta muovendo: “Si è sicuramente attivata una faglia che sta generando questi terremoti – ha detto l’esperto – abbiamo ancora pochi dati, quindi al momento non possiamo definire con precisione la sua geometria e le sue caratteristiche. Nei prossimi giorni gli eventi verranno rilocalizzati e avremo un quadro più dettagliato”. Pignone ha anche chiarito che la posizione degli ipocentri, leggermente più profonda rispetto ai classici terremoti appenninici, suggerisce dinamiche legate alla tettonica attiva dell’area. “Al momento possiamo solo osservare l’evoluzione della sequenza e continuare a monitorare ma non è possibile fare previsioni sull’eventuale intensità delle scosse successive”.
L’ipotesi attuale sul tipo di faglia
Alcuni segnali iniziali suggeriscono un possibile meccanismo particolare: “I dati preliminari mostrano che potrebbe trattarsi di una faglia con cinematica di tipo inverso, ma stiamo aspettando conferme perché servono ulteriori elaborazioni per stabilire il meccanismo preciso”. Nel confronto con altri fenomeni recenti, come quelli dei Campi Flegrei, Pignone chiarisce la differenza: “Lì il contesto è vulcanico e le scosse sono molto superficiali, qui invece la sorgente è tettonica. Questo cambia completamente il modo con cui l’energia viene rilasciata e percepita”. Pignone ha anche sottolineato l’impossibilità di stabilire con certezza la durata della sequenza: “Non possiamo dire se la scossa di magnitudo 4.0 sia stata la principale. È possibile che continuino altre repliche“.
Che cosa significa faglia inversa
Quando Pignone parla di faglia inversa fa riferimento a un tipo di deformazione della crosta terrestre in cui due blocchi rocciosi si avvicinano, con uno che scivola sopra l’altro. Questo avviene in contesti compressivi, in cui le forze tettoniche spingono le placche l’una contro l’altra. Se la sequenza in corso dovesse confermare questa cinematica, sarebbe un elemento importante per comprendere meglio l’evoluzione geologica locale.
Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.